sabato 22 ottobre 2011

Ordine e disordine intorno a me. Rincorro vestiti e attimi irripetibili in mezzo a tracce di marmellata appiccicosa che ricordano un risveglio di qualche ora fa. Mi sento al centro di qualcosa che pulsa senza riuscire a seguirne neanche un battito e mi lascio andare all'indefinibile urgenza di dire. Di dirmi. Di ricordare e correre incontro a qualcosa che fugge o semplicemente mi aspetta. L'attesa è in fondo è una fuga lontana, è sempre l'altra sponda, il richiamo della foresta, la zanna che ulula al vento, l'acqua intorno a un ponte sospeso fatto di legno e corda e brividi lungo la schiena. Rincorro il tempo che fugge. Prima che il supermercato chiuda.

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