Sono in coda alla cassa del supermercato con il cavolo rosso nel carrello in attesa del mio turno, quando noto che la signora davanti a me è notevolemente interessata al mio acquisto, non fa che guardarlo. Sono quasi sul punto di chiederle se può suggerirmi una ricetta per cucinarlo, dal momento che per me è la prima volta. Invece mi anticipa lei domandandomi la stessa cosa perché - mi confessa - è sempre stata sul punto di comprarlo rinunciando ogni volta. Sorrido. Forse per l'inaspettato slancio di due sconosciute che si parlano alla cassa di un supermercato affollato. Forse per lo strano clima di confidenza che viene a crearsi nel giro di pochissimi minuti. O forse semplicemente perché sentirsi vicini alla gente a volte è questione di un attimo, basta superare quella scorza fatta di tante minuscole distanze e sfoderare un sorriso. Magari avremmo continuato a chiacchierare se avessimo avuto più tempo, ma le sue buste erano già piene mentre pagava il conto e mi salutava agitando la mano con la tacita promessa che un giorno - incontrandoci nuovamente per caso - ci saremmo scambiate la ricetta. Non posso che sperare che in qualche modo, tortuoso e magico, queste parole la raggiungano.
Il cavolo rosso, che poi a vederlo è di un bel viola acceso e sicuramente spicca tra le verdure invernali, deve il suo caratteristico colore a delle sostanze chiamate antociani. Anto che?
Be', a ognuno il fardello di portare il proprio nome, tanto più che degli antociani non si parla spesso. Appartiene - come tutti i cavoli, cavoletti e simili - alla famiglia delle crucifere ma a dispetto del nome è invece uno degli alimenti-medicina più noti e usati fin dall'antichità. Originario dell'Asia e ancora oggi molto utilizzato nella cucina indiana e cinese, è anche protagonista della nostra dieta invernale. Come la maggior parte delle verdure, il cavolo mantiene le sue proprietà se consumato crudo e tende invece a perdere molti dei suoi benefici se cotto (soprattutto se ripassato) e accompagnato a piatti di carne o grassi animali. Il massimo sarebbe tagliarlo a striscioline e condirlo a insalata, magari unendolo ad altri ortaggi. Dal momento che la natura non fa mai nulla a casaccio, il cavolo è un ottimo preventivo per raffreddori, bronchiti, tonsilliti e tutto ciò che ha a che fare con le vie respiratorie, quindi perfetto per la stagione invernale portatrice di tutti questi acciacchi. Inoltre è consigliato a chi soffre di artrosi, gastriti, ulcere gastriche e coliti ulcerose, nonché contro acne, dermatosi e stitichezza. Insomma, in questi tempi di crisi potremmo tornare a vendere succo di cavolo in boccetta come una volta si faceva con le presunte medicine miracolose, solo che noi non saremmo additati per ciarlatani...
Be', a ognuno il fardello di portare il proprio nome, tanto più che degli antociani non si parla spesso. Appartiene - come tutti i cavoli, cavoletti e simili - alla famiglia delle crucifere ma a dispetto del nome è invece uno degli alimenti-medicina più noti e usati fin dall'antichità. Originario dell'Asia e ancora oggi molto utilizzato nella cucina indiana e cinese, è anche protagonista della nostra dieta invernale. Come la maggior parte delle verdure, il cavolo mantiene le sue proprietà se consumato crudo e tende invece a perdere molti dei suoi benefici se cotto (soprattutto se ripassato) e accompagnato a piatti di carne o grassi animali. Il massimo sarebbe tagliarlo a striscioline e condirlo a insalata, magari unendolo ad altri ortaggi. Dal momento che la natura non fa mai nulla a casaccio, il cavolo è un ottimo preventivo per raffreddori, bronchiti, tonsilliti e tutto ciò che ha a che fare con le vie respiratorie, quindi perfetto per la stagione invernale portatrice di tutti questi acciacchi. Inoltre è consigliato a chi soffre di artrosi, gastriti, ulcere gastriche e coliti ulcerose, nonché contro acne, dermatosi e stitichezza. Insomma, in questi tempi di crisi potremmo tornare a vendere succo di cavolo in boccetta come una volta si faceva con le presunte medicine miracolose, solo che noi non saremmo additati per ciarlatani...
Ingredienti:
per l'impasto
300 gr di farina
60 gr di burro
1 cucchiaio di olio
sale
acqua q.b.
per il ripieno
1/2 cavolo rosso
2 mele
1/2 cipolla
2 chiodi di garofano
1 foglia di alloro
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 cucchiaio di zucchero di canna
uvetta
burro
burro
vino rosso
sale
La ricetta prevedeva la sfoglia ma io ho preferito preparare una sorta di brisée più leggera. Quindi prima di tutto dedicarsi all'impasto: versare la farina sul tavolo e al centro porre il burro a tocchetti, l'olio, un pizzico di sale e iniziare a lavorare con le mani. Quando il composto avrà assunto un aspetto sbriciolato, iniziare ad amalgamare acqua fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Far riposare in frigo.
A parte pulire e tagliare a striscioline il cavolo, sbucciare e tagliare a dadini le mele. Porre queste ultime in un tegame insieme alla cipolla tagliata finemente e il burro, far rosolare fino ad appassirle. A questo punto aggiungere il cavolo, cuocere qualche minuto a fuoco vivace e sfumare con un po' di vino rosso.
In un'altra padella caramellare lo zucchero con l'aceto di mele e trasferirlo nel tegame con il cavolo. Aggiungere le spezie, l'uvetta, il sale e se necessario un po' d'acqua. Portare a cottura.
Stendere l'impasto su un foglio di carta da forno cercando di tirarlo molto sottile e adagiarvi all'interno il ripieno di cavolo e mele lasciando un margine di circa 1 cm per lato. Eliminate l'alloro e i chiodi di garofano! Aiutandovi con la carta, formate un rotolo e ponetelo in una teglia da forno. E' necessario che la pasta sia tirata finemente perché la parte interna tenderà a rimanere molto umida a causa dell'impasto e se non è abbastanza sottile corre il rischio di non cuocersi. Spennellate con un tuorlo d'uovo e fate cuocere in forno preriscaldato per circa 20-25 minuti a 180° ventilato.
Si tratta di un piatto molto dolce, smorzato in parte dalla brisée croccante. Il cavolo rosso si sposa molto bene con le mele proprio per il suo sapore dolciastro che lo rende adatto anche a stufati accompagnati da questo frutto. Ha un sapore forse insolito, ma io credo che di questi tempi un po' di dolcezza non guasti mai, soprattutto se come me dovete combattere ogni giorno con un carattere dalle spiccate note acidule!
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