Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.
Non aveva torto Eraclito. Bisogna aprire occhi, testa e cuore contemporaneamente per aspirare alla verità. Quella che - appunto - non ci aspettavamo di trovare. La verità che scardina i nostri punti di vista, la nostra credulità, le nostre opinioni.
Ho accennato brevemente in questo spazio agli europei di calcio e alla protesta contro la mattanza di cani in Ucraina. Stamattina, leggendo notizie in rete come mi piace fare appena sveglia, mi sono imbattuta in un articolo che mi ha fatto rimettere in discussione alcune certezze granitiche. Mi vergogno un po' per l'ingenuità, il candore e l'accanimento con cui ho affrontato la notizia dilagante sul web. Per citare L'Alternativa, ci sono cascata anch'io? E' difficile, per quanto si dica che basti un minimo d'informazione, discernere una notizia falsa da una vera. Nel caso dell'Ucraina, pare che le foto tanto divulgate e sulle quali è nata la polemica sugli europei, siano in realtà fasulle. No, non si tratta di peluches e salsa ketchup, ma neanche di fatti realmente accaduti in Ucraina. Le foto utilizzate appartengono (pare) ad un vasto repertorio di brutali crudeltà perpetrate ai danni di cani cinesi e rumeni di svariati anni fa.
Come si sa - o come si dovrebbe sapere - lo sport (e il calcio in particolare) è spesso terreno di gioco per ben altre competizioni. Rimando a questo articolo che spiega molto meglio di quanto potrei fare io la questione Ucraina e la campagna mossa per screditarla - nella sua particolare terra di mezzo tra Russia e Occidente.
Ora, ciò che mi preme affrontare - oltre alla veridicità o meno della notizia - è la questione "credulità". Le accuse mosse a sfavore del boicottaggio animalista si concentrano sulla genericità delle foto, sulla mancanza di fonti attendibili e documentate e poggiano invece sul "sentito dire", sulla divulgazione massiccia d'immagini atte a commuovere e indignare. La questione è: prima di accanirsi "anema e core" si dovrebbe come minimo accertarsi dei fatti. Lo sto dicendo a me stessa, ovviamente. Ma l'interrogativo come si fa a credere a tutto ciò che passa il web? è una domanda a doppio taglio, perché potrei pensare la stessa cosa di una qualsiasi smentita. Ovvero, chi mi dice che la manovra cani sia stata messa in atto davvero per screditare un paese per motivi che non hanno nulla a che fare con l'amore per gli animali? Dove sono le prove e le fonti attendibili che dimostrano la veridicità di questa opinione? Se le foto sono generiche e non hanno riferimenti, come si è risaliti ai cani cinesi e rumeni? Il dubbio resta.
Andando oltre questo fatto particolare, mi chiedo come e quanto sia possibile oggi la vera libera informazione che permetta di farsi un'idea critica e almeno in parte scevra da pregiudizi (che tutti comunque abbiamo). Personalmente ho le mie difficoltà a seguire le varie testate on line, nonché i molteplici blog pieni (ciascuno) delle proprie verità. Per accertarsi di un fatto bisognerebbe passare mezza giornata solo a rintracciarne le fonti, leggere i commenti nonché sondare le proprie conoscenze in merito all'argomento e farsi qualche domanda. Un impegno non da poco. E poi c'è il fattore "quantità". Su quali notizie concentrarsi? Accadono milioni di cose nel mondo, ognuna degna di nota. Agli animalisti viene rimproverato di dedicarsi a questioni di cani schifando la sofferenza umana ben più importante. A chi si occupa delle ultime elezioni avvenute in Messico (così, un nome a caso) si rimprovera che ci sono già tanti problemi in Italia che hanno la priorità.
Insomma, ognuno spinge per mettere in evidenza qualcosa che ha a cuore e fin qui nulla di strano o sbagliato. Il problema forse è districarsi tra una montagna di notizie, è il prendere a cuore tutto e niente, è il diventare "mi-piace" compulsivi senza grattare la superficie dei fatti. D'altra parte andiamo tutti di fretta e articoli che vanno oltre le dieci righe diventano prolissi per i nostri impegni.
Insomma, ognuno spinge per mettere in evidenza qualcosa che ha a cuore e fin qui nulla di strano o sbagliato. Il problema forse è districarsi tra una montagna di notizie, è il prendere a cuore tutto e niente, è il diventare "mi-piace" compulsivi senza grattare la superficie dei fatti. D'altra parte andiamo tutti di fretta e articoli che vanno oltre le dieci righe diventano prolissi per i nostri impegni.
Il tempo per l'informazione ci è sottratto, così come il tempo per la felicità. In fondo se pensassimo sempre a come cambiare il mondo per renderlo un posto migliore in cui vivere felici, smetteremmo di fare gli interessi dei pochi.
...Che sia anche questa una cospirazione? Ingenuamente, credo di si.
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