Il Cigno cambia aspetto. Grazie al cuore e alla pazienza di chi sa accogliere i miei desideri con un solo sguardo. C'è molto di me in questo blog, ma c'è anche molto di chi sa regalarmi un sorriso. Una canzone. Una poesia. Un sogno possibile. Forse è un modo un po' contorto per dire "grazie" a chi riesce a starmi vicino con affetto, voglia di capirmi e condividere.
Ma chi è il cigno di feltro?
In verità il blog non nasce con l'intento di raccogliere ricette, ma con quello di trascrivere pensieri e stati d'animo. Tuttavia la mia incapacità di comunicare, con la quale mi confronto da sempre, non è stata in grado di trovare le parole. Utilizzo da sempre la scrittura come mezzo per esprimere me stessa e forse è proprio per questo che oggi il pensiero esce ingarbugliato, poco fluido e in qualche modo scontroso. Ci sono troppe me stesse che vorrebbero dirsi e una sola che conosce la verità, che è sempre semplice come dovrebbero essere tutte le parole.
Io ho trovato le mie in molti libri e Il Cigno di Feltro è una di queste:
WALKING AROUND
Succede che mi stanco di essere uomo.
Succede che entro nelle sartorie e nei cinema
Succede che entro nelle sartorie e nei cinema
smorto, impenetrabile, come un cigno di feltro
che naviga in un’acqua di origine e di cenere.
che naviga in un’acqua di origine e di cenere.
L’odore dei parrucchieri mi fa piangere e stridere.
Voglio solo un riposo di ciottoli o di lana,
non voglio più vedere stabilimenti e giardini,
mercanzie, occhiali e ascensori.
Succede che mi stanco dei miei piedi e delle mie unghie
e dei miei capelli e della mia ombra.
Succede che mi stanco di essere uomo.
Succede che mi stanco di essere uomo.
Dopo tutto sarebbe delizioso
Spaventare un notaio con un gladiolo mozzo
O dar morte a una monaca con un colpo d’orecchio.
Sarebbe bello
andare per le vie con un coltello verde
e gettar grida fino a morir di freddo.
Non voglio essere più radice nelle tenebre,
barcollante, con brividi di sonno, proteso all’ingiù,
nelle fradicie argille della terra
assorbendo e pensando, mangiando tutti i giorni.
Non voglio per me tante disgrazie.
Non voglio essere più radice e tomba,
sotterraneo deserto, stiva di morti,
intirizzito, morente di pena.
intirizzito, morente di pena.
E per ciò il lunedì brucia come il petrolio
quando mi vede giungere con viso da recluso
e urla nel suo scorrere come ruota ferita
e fa passi di sangue caldo verso la notte.
E mi spinge in certi angoli, in certe case umide,
in ospedali dove le ossa escono dalla finestra,
in certe calzolerie che puzzano d’aceto,
in strade spaventose come crepe.
Vi sono uccelli color zolfo e orribili intestini
appesi alle porte delle case che odio,
vi sono dentiere dimenticate in una caffettiera,
vi sono specchi
che avrebbero dovuto piangere di vergogna e spavento,
vi sono ombrelli dappertutto e veleni e ombelichi.
vi sono dentiere dimenticate in una caffettiera,
vi sono specchi
che avrebbero dovuto piangere di vergogna e spavento,
vi sono ombrelli dappertutto e veleni e ombelichi.
Io passeggio con calma, con occhi, con scarpe,
con furia, con oblio
passo attraverso uffici e negozi ortopedici
e cortili con panni tesi a un filo metallico:
mutande, asciugamani e camicie che piangono
lente lacrime sporche.
PABLO NERUDA
-------------------------------------------------------------------------------------------------
Gli gnocchi romani sono dischi di semolino da cuocere al forno. La preparazione di base è semplicissima e l'ho descritta nella sezione degli Impasti. Nella versione classica gli gnocchi vengono conditi con burro e parmigiano (volendo anche una generosa manciata di pinoli, lo consiglio!) ma le varianti possono essere infinite, perché il semolino - come la pasta - si presta a svariati condimenti. Propongo oggi un accostamento di funghi e pomodoro in pezzi, che rimane più leggero rispetto all'uso "massiccio" di burro fuso!!! Non illudetevi comunque che sia dietetico....
Per la cottura del semolino riepilogo brevemente il procedimento, comunque potete trovare la ricetta nella sezione sopracitata!
Intanto vi servono:
250 gr di semolino per gnocchi
1 lt di latte
2 tuorli
60 gr di parmigiano
noce moscata
sale
noce di burro
Per il condimento:
100 gr circa di finferli (o altri funghi a vostro piacimento, come ad esempio PORCINI FRESCHI!!)
pomodoro in pezzi
aglio
parmigiano
burro
sale
olio
Far bollire il latte con il sale, una noce di burro e una grattata di noce moscata. Versare a pioggia il semolino, abbassare la fiamma e aggiungere i due tuorli d'uovo e il parmigiano. Mescolare per evitare la formazione di grumi fino alla raggiunta consistenza. Versare l'impasto in un tegame abbastanza capiente, livellarlo e lasciarlo freddare. A parte preparare il condimento. In una padella sciogliere una noce di burro e far dorare l'aglio. Aggiungere i funghi, un po' d'olio, sale e lasciar sfrigolare (è a questo punto che le ghiandole della salivazione entrano in funzione...). Aggiungere infine i pomodori in pezzi e portare a cottura.
Dall'impasto precedentemente steso ritagliare dei dischi aiutandovi con uno stampino (io ho usato i bicchieri della Coca-Cola, almeno ho trovato come utilizzarli!) e disporli in una teglia da forno unta con l'olio. Sovrapporli leggermente e infine condirli con l'intingolo di funghi, facendo in modo di ricoprirli. Terminare con fiocchetti di burro, olio e una più che generosa grattata di parmigiano. L'uso di olio e/o burro è necessario affinché non risultino troppo asciutti. Mi rendo conto che non è il massimo della leggerezza, ma perché dovrebbe esserlo?! Basti considerare che nella versione "total butter" ne occorre un etto tondo, tondo...
Infornare a 180° (io uso forno ventilato) per circa 15-20 minuti. Se servito come piatto unico, le dosi bastano per due persone (con cui dovreste realizzare circa 12 dischi) e vi assicuro che non avrete spazio neanche per la frutta...Se invece è un primo piatto, magari preceduto da un antipasto (l'apri pista, come lo chiamo io!) e fatto seguire da un secondo "contornato"...direi che tre a testa sia un numero di tutto rispetto e quindi può andar bene per quattro persone! Dimenticavo di dire che lo spessore è di un centimentro buono, insomma, un bel tocco di gnocco!!
Se siete riusciti ad arrivare alla fine di questo lungo post, per il piacere di chi non butta mai niente consiglio di conservare i ritagli dei dischi (impossibili da impastare di nuovo!) e spadellarli il giorno seguente con del semplice pomodoro e parmigiano. Il semolino tenderà a disfarsi un po' mantenendo però abbastanza bene la sua consistenza. Una bontà!!!
Io ci sono arrivata( alla fine di questo post)!
RispondiEliminaE comincio dalla fine, perché poi quando i pensieri si accavallano conviene fare così: da qualche parte si deve pur cominciare, no?
Gli gnocchi di semolino io non li ho mai mangiati e invece ultimamente mi capitano davanti molto spesso (o semplicemente ci faccio più caso) e allora bisogna che mi decida! Per farlo andrò innanzitutto a studiarmi la tua preziosa sezione di Impasti base.
Mi piace molto la nuova veste grafica del blog, prima c'era qualcosa come di incompiuto. Mancava un cigno! e uno sfondo scuro come quello sul quale scivola piano.
Quanto alle parole che escono a stento, premono forte, si ritraggono schive, cambiano direzione rapide fino a intorcolarsi e ad apparire inadeguate..è l'eterna lotta dei tanti sè: quello che vedi, quello che sperimenti, quello che ti raccontano, quello che nascondi...ma la bellezza è anche in un pensiero che esce come può, fosse pure poco fluido. Oppure in una ricetta che prende forma: in cucina e sulla carta.
Baci, buon weekend!
(ho molto apprezzato anche le ciambelle fritte...soprattutto nello zucchero che rimane appiccicato alla faccia!).
...Allora facciamo così: io provo la tua coda alla vaccinara e tu gli gnocchi di semolino!! Mi sembra una gustosa idea!!
RispondiEliminaHai ragione, il blog era incompleto. Contrariamente a quanto faccio di solito ho voluto iniziare dalla sostanza e non dalla forma, perché spesso mi sono trovata a gingillarmi sul come fare una cosa, programmarla nei particolare e poi...lasciarla lì a fare polvere!! Volevo parole, volevo trovarle...e sembra che le abbia trovate (poco fluide, vabbè...!!)
Grazie per le tue parole
Un abbraccio e buon fine settimana
ciao Betel, bellissimo il nuovo template... non potevo menzionarvi tutte per il premio e mi è davvero spiaciuto lasciare indietro alcune... il tuo blog è davvero bello, raccoglie insieme i miei 2 XD .... non ho mai provato a fare i gnocchi alla romana conditi coi funghi... proverò il tuo suggerimento.. un bacione cara <3
RispondiEliminaP.S. ho notato solo ora il tuo secondo blog...mi ci fiondo!!! :)
EliminaCiao Blu notte! Scherzi, io sono proprio all'inizio, soprattutto con i dolci!!! Per il momento mi limito soprattutto a mangiarli!!! Mi fa piacere però vederti spesso "da queste parti", anch'io ti leggo spesso!!
RispondiEliminaUn abbraccio a te e buona serata :)
Molto bella la poesia di Pablo Neruda e compliemnti per i gnocchi alla romana
RispondiEliminaCiao Gunther e piacere di conoscerti!
EliminaQuella poesia di Neruda ha un posticino particolare nel mio cuore, forse perché mi ci sono rispecchiata per tanto tempo e continuo a farlo ancora oggi.
Sono passata nel tuo blog e visto che amo più di ogni cosa la condivisione, spero di condividere ancora altre ricette!!
Buona giornata
Io non ho mai fatto gli gnocchi alla romana, devo assolutamente rimediare, i tuoi sono bellissimi.
RispondiEliminaCiao Donatella,
Eliminarimedia il prima possibile e ti assicuro che li riproporrai a tavola ogni volta pensando ad un nuovo accostamento di sapori!!!