tag:blogger.com,1999:blog-54930668160849392622024-03-16T02:09:48.343+01:00Il Cigno di FeltroBetelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.comBlogger115125tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-60862970078245886252018-11-01T13:57:00.003+01:002018-11-01T13:57:37.790+01:00Torta di mele<div style="text-align: justify;">
Un classico intramontabile dell'inverno, la torta di mele. Ognuno spergiura di avere la ricetta segreta, quella più soffice, quella più leggera, quella più gustosa, quella più. Se si fa una ricerca non ne esiste una uguale all'altra. Ognuno ha la sua. E questa devo ammettere è una delle migliori che ho provato e lo dico subito: non è dietetica. Tanto burro, insomma. Per questo sarà bona?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4FXGRwM_hHJI4WQzSGofQFa5B-KH7590BHpj88pwqPrf9NBSqnd0FGRPzvvjPYQMoUvS4Y8FZQiOdgfg17Kws5dPonExiVWe0ngL3Q4BKkmj5YMHDFeMBPTKkMZ138rIN0MfPWD4h2nIk/s1600/20181101_123521%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4FXGRwM_hHJI4WQzSGofQFa5B-KH7590BHpj88pwqPrf9NBSqnd0FGRPzvvjPYQMoUvS4Y8FZQiOdgfg17Kws5dPonExiVWe0ngL3Q4BKkmj5YMHDFeMBPTKkMZ138rIN0MfPWD4h2nIk/s320/20181101_123521%25281%2529.jpg" width="240" /></a></div>
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</div>
<div style="text-align: center;">
<b>Ingredienti:</b></div>
<div style="text-align: center;">
200 gr di farina</div>
<div style="text-align: center;">
200 gr di zucchero</div>
<div style="text-align: center;">
200 gr di burro</div>
<div style="text-align: center;">
200 gr di latte</div>
<div style="text-align: center;">
650 gr di mele pulite</div>
<div style="text-align: center;">
1 limone</div>
<div style="text-align: center;">
lievito </div>
<div style="text-align: center;">
cannella</div>
<div style="text-align: center;">
zucchero di canna</div>
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Pulire le mele e tagliarle a tocchetti tranne una che va tagliata a spicchi sottili. Cospargere con due cucchiai di zucchero (da prendere nei 200 della ricetta), succo del limone e cannella a piacere. Lasciare da parte. </div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto mescolare lo zucchero con le uova intere, aggiungere la scorza del limone e unire il burro ammorbidito. Aggiungere poi metà della farina, mescolare e versare il latte a filo. Terminare con la restante farina e il lievito. Aggiungere al composto le mele a tocchetti scolate del liquido che non va buttato assolutamente. Imburrare e infarinare uno stampo a cerniera, versare il composto e terminare con le fettine di mela anche queste scolate del liquido. Aggiungere quest'ultimo, ma non tutto, sulla superficie della torta e terminare con lo zucchero di canna.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Cuocere in forno (qui c'è chi lo preriscalda, chi non lo fa - io non l'ho fatto) a 170 per la prima mezz'ora poi a 180 per l'ultima mezzora di cottura. Dopo circa 40 minuti coprire la superficie con un foglio di alluminio fino a cottura. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un dolce molto umido, va cotto bene. Ci vuole circa un'ora, per questo non alzare la temperatura subito a 180 o si rischia di cuocerlo velocemente fuori e lasciarlo poco cotto all'interno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Far raffreddare in forno spento e cospargere infine di zucchero a velo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Tenere lontano dalla portata di chi non sa gestire la vista dei dolci, crea dipendenza.<br /><div style="text-align: center;">
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Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-51196562490148735452016-04-26T15:51:00.003+02:002016-04-26T15:59:34.464+02:00Plumcake alla frutta - due varianti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdh3hgKalZMxp0VA_FKI_4_dw-ND4ZKFiEB3WpzpKD4zGXuibB1ZnVAMqC_4MZwn_m1e6TrKQ-x9RUBRyxOYatH-PRoNHeSfIvAw4orn35Qi6riFynjl-bM6jypskyf-fWFdvsZIAM7ewf/s1600/BPE_1461677200203.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdh3hgKalZMxp0VA_FKI_4_dw-ND4ZKFiEB3WpzpKD4zGXuibB1ZnVAMqC_4MZwn_m1e6TrKQ-x9RUBRyxOYatH-PRoNHeSfIvAw4orn35Qi6riFynjl-bM6jypskyf-fWFdvsZIAM7ewf/s400/BPE_1461677200203.jpg" width="300" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc0yLqBYBeq25eMkc0YMVp95dWf_Wa1BgcHXIx5YaX_FWrmf7fqCjEruGPne8R9pLwJc7uzEa3enDtcd8vKA61bQg5V7fRJunoHyURDt96IVssDMGE7zJwJLr8OzDl7nYSd0UT_VGm8jU3/s1600/BPE_1461255087619.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc0yLqBYBeq25eMkc0YMVp95dWf_Wa1BgcHXIx5YaX_FWrmf7fqCjEruGPne8R9pLwJc7uzEa3enDtcd8vKA61bQg5V7fRJunoHyURDt96IVssDMGE7zJwJLr8OzDl7nYSd0UT_VGm8jU3/s400/BPE_1461255087619.jpg" width="300" /></a><br />
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</div>
Ho già detto che i brasiliani amano lo zucchero? Ne sono praticamente tossici. <br />
I loro dolci da lontano ricordano i nostri, sembrano torte di compleanno. Da vicino somigliano più a casette di zucchero in cui diete, carie e sensi di colpa si annullano in un unico morso. Eppure non si vedono obesi in giro, anzi, la salute pubblica è un fattore importante nella società brasiliense. <br />
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C'è quasi da vergognarsi a vedere certe signore sulla settantina fare la spaccata sugli attrezzi <u>gratuiti</u> sparsi in tutta la città. La forma fisica è tenuta in altissima considerazione, sarà per questo che poi si concedono zuccheri a volontà. Ma il diabete? Dove lo mettono? Probabilmente la dieta alimentare che seguono - che per carità, è principalmente proteica - consente all'organismo di disintoccarsi mantenendo gli zuccheri sotto controllo. E come? Ma mangiando tonnellate di <a href="http://www.viversano.net/salute/cure-naturali/bacche-di-acai-il-superfrutto-amazzonia/" target="_blank"><em><strong><span style="color: purple;">Açai</span></strong></em></a> ovviamente!</div>
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L'Açai è un frutto dell'Amazzonia dalle molteplici proprietà e i brasiliani ne sono ghiotti.<br />
Le bacche somigliano a quelle dei mirtilli e anche il sapore ricorda vagamente i frutti rossi. Vengono schiacciate e lavorate fino ad ottenere una crema tipo gelato arricchita con sciroppo di<em><strong> </strong></em><a href="http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/10322-guarana-proprieta-usi" target="_blank"><em><strong><span style="color: purple;">Guaranà</span></strong></em></a> e banana. </div>
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Poi ci si può sbizzarrire a volontà con guarnizioni di granola, frutta secca, latte in polvere, banana in pezzi, <em>calda de chocolate </em>e persino di <a href="http://www.pacoquita.com.br/" target="_blank"><strong><em><span style="color: purple;">Paçoquita</span></em></strong></a>, che fatico a definire dolce in quanto è fatta con la nocciolina americana salata (crea dipendenza, garantisco). </div>
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Oltre all'Açai i brasiliani mangiano - anzi bevono - tantissima frutta. Qualcuno si ricorda quel gioco che si faceva da bambini in cui si doveva indovinare il frutto? Quando si diceva kiwi era già considerato esotico <em>(e mo indovina kiwi se ce riesci!</em>)<em>,</em> qui la varietà è talmente ampia che indovinare diventerebbe una vera sfida; io già fatico a distinguere i nomi sui ca<em>rdapios </em>e sto sempre a dire "<em>ma questo l'avevo già preso?</em>". Si trova anche il succo di cacao che è ricavato dalla fava, è bianco e molto delicato e non ricorda neanche lontanamente il cioccolato. </div>
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C'è poi l'acqua di cocco, che è venduta per la strada ed è estratta sul momento dal frutto verde. E' dolcissima e non sa di cocco, ma dopo una lunga camminata è incredibilmente rinfrescante e piacevole, oltre ad essere un toccasana. </div>
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La cosa bella è che, a seconda delle stagioni, basta allungare la mano e cogliere i frutti. Gli alberi sono sparsi in tutta la città e non è raro vedere i brasiliani andarsene in giro con dei lunghi bastoni per far cadere i frutti dai rami più alti. A volte dalle finestre arriva un suono di fronde seguito da un <em>plof:</em> qui di fame non si muore di certo, magari si muore di altre cose ma di fame no.</div>
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Con tutta questa frutta mi sono messa a cucinare dolci. Vi propongo due varianti, una più classica e l'altra più esotica. Vi consiglio quella esotica se riuscite a trovare dei frutti di buona qualità.</div>
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<em>Plumcake di maracujà </em></div>
<div style="text-align: center;">
<em>con mango</em></div>
<div style="text-align: center;">
<em></em> </div>
<div style="text-align: center;">
300 gr di farina</div>
<div style="text-align: center;">
100 gr di burro</div>
<div style="text-align: center;">
150 gr di zucchero</div>
<div style="text-align: center;">
2 uova</div>
<div style="text-align: center;">
succo di maracujà (frutto della passione)</div>
<div style="text-align: center;">
1 mango</div>
<div style="text-align: center;">
lievito</div>
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Mescolare il burro ammorbidito con lo zucchero, aggiungere un uovo alla volta e sbattere fino ad avere un impasto cremoso. Aggiungere il succo di maracujà. Apro una piccola parentesi: la maracujà è conosciuta in Italia come il frutto della passione; dal momento che è praticamente impossibile separare la polpa dai semi, bisogna spremerla fino a ricavarne il succo. </div>
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Aggiungere la farina setacciata e infine il mango a piccoli pezzi leggermente infarinati, affinché non si distribuiscano tutti sul fondo. Unire il lievito e mescolare con cura dall'alto verso il basso. Infornare e cuocere secondo usi e costumi dei vostri forni, <em>Oh voi fortunati</em> che possedete un forno elettrico (il mio è a gas non ventilato e mi sta creando notevoli problemi). Usare ovviamente uno stampo da plumcake e far raffreddare completamente prima di togliere dallo stampo e affettare. </div>
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La variante banane e fragole è praticamente identica, solo che al posto del succo di maracujà bisogna aggiungere tre banane schiacciate (ridotte a purè) e al posto del mango le fragole (q.b. a seconda dei gusti e sempre leggermente infarinate). In questo caso io ho aggiunto anche un po' di latte per rendere l'impasto meno compatto e fare in modo che rimanesse umido. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Da provare entrambi, buonissimi per colazione ma attenzione perché finiscono in 15 minuti!!</div>
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Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-72335573217447118612016-04-13T14:06:00.000+02:002016-04-13T14:30:48.185+02:00Salmone gratinato con cipolla e zenzero<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Vivo in Brasile da tre mesi ormai. L'impatto con la cucina è stato meno felice di quanto mi aspettassi. Mi ero preparata a grandi e intensi sapori ma l'unica cosa veramente intensa che si riesce a percepire <strong>ovunque e a qualsiasi ora del giorno</strong> è l'aglio. E ovviamente l'odore di carne che sfrigola sulle braci improvvisate per la strada. </div>
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Abito a Brasilia che è un po' meno Sud America di tutto il resto del Sud America. Brasilia è la città più ricca del Paese, abitata prevalentemente da funzionari amministrativi che guadagnano <em>un fracco di soldi. </em>Ovviamente amano anche spenderli. E come li spendono? Tra le altre cose, in cibo. Il gusto europeo è molto copiato da queste parti e tutto ciò che abbia un vago aspetto e sapore francese o italiano è gettonatissimo. Pizza come se piovesse, per dirne una. Baguette e croissant sono il top della raffinatezza, al punto che il miglior panificio si chiama <em>La Petite Boulangerie</em>. Che poi le pizze siano ricoperte da uno strato di origano - che metteno anche sulla salsiccia, giuro - e che il pane non sia mai croccante o profumato, sono dettagli. </div>
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L'origano li fa impazzire, lo usano praticamente ovunque come se il gusto italiano fosse racchiuso tutto in questa erba mediterranea. Basta leggere sul <em>cardapio </em>(il menù) la parola "italiano" e potete star certi che c'è l'origano di mezzo. </div>
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Se dovessi descrivere la cucina brasiliense (non brasiliana, attenzione) in una parola, direi senza ombra di dubbio che è <strong><em>delicata.</em></strong> E' la tipica risposta che mi viene in mente quando mi chiedono <em>ma allora sei stata in quel posto? E com'era il cibo?</em> <strong>Delicato</strong>. Si, delicatissimo. A parte quando c'è l'origano di mezzo e l'immancabile aglio fritto. </div>
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La chicca di questa cucina e dei gusti brasiliensi è il <strong>p<span style="font-family: "calibri";">ão</span> de queijo</strong>, ovvero il panino al formaggio. Dico che è una chicca perché il formaggio a Brasilia non esiste. Ok, ho usato una formula esageratamente tragica lo confesso. Il formaggio esiste ma non è formaggio, è qualcosa che <em>somiglia</em> al formaggio, che lo ricorda, lo imita, ma che non ha nulla a che fare con l'unico e originale <em>cacio</em> che noi italiani conosciamo. Prima di tutto, qui non esiste lo stagionato. Tutti i formaggi <em>tipo</em> qualcosa (tipo <em>parmesano, provolone, pecorino, ecc...</em>) sono morbidi. Il parmigiano poi è unico. Ha l'aspetto di una caciottina dolce e odora lontanamente di parmigiano reggiano. Il pecorino ha lo stesso aspetto e odore del parmigiano con la differenza che sulla confezione c'è scritto pecorino. </div>
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Un'altra peculiarità della cucina brasiliense è lo zucchero che è venduto in pacchi da 5 kg.</div>
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I brasiliensi prendono i dolci sul serio, nel senso che il dolce è l'unica cosa che si percepisce. Non ci sono altri sapori. I <em>boli </em>hanno l'aspetto dei nostri ciambelloni ma non sanno praticamente di nulla tranne che di <em>dulce de lete</em> che usano come copertura o farcitura. Praticamente è come masticare in continuazione una caramella Mou. </div>
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Ma ci sarà qualcosa di buono in questa cucina? Fin'ora ne ho parlato soltanto in maniera negativa. Non so perché ma è più facile trovare i difetti che i pregi di qualcosa, soprattutto quando ci si trova in un paese straniero. Be', lo so perché. Dipende dal fatto che la nostalgia di casa e di tante cose che si sono lasciate indietro a volte è talmente insopportabile che si comincia a odiare tutto: il queijo che non sa di queijo, l'origano, l'aglio fritto e persino il cioccolato che qui ovviamente è al latte. Odiare è una parola forte. Diciamo che si prendono delle distanze di sicurezza. </div>
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Prometto che mi sforzerò di parlare - dal prossimo post - dei pregi di questa cucina. Una sorta di terapia del buonumore che non fa mai male. Intanto mi arrangio come posso nella cucina di casa, ieri sera ho preparato dei filetti di salmone al forno gratinati con cipolla e zenzero ed erano veramente buoni. La ricetta è facilissima ed è una variante appetitosa. </div>
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Alla prossima!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2lJsEstUH3b0D__bpaCDmCFX5LK4NOQxk-3dBwKBPHHxIPE7WC-Z73rEd0hl4hZOObgZr2JpYvblBBNSnrQUQ106bISv7j1meTXU7-R1SgBLxV3H33fQPp2-KG2idCKO5qF4TN1zKaU-6/s1600/Salmone+gratinato+cipolla+e+zenzero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2lJsEstUH3b0D__bpaCDmCFX5LK4NOQxk-3dBwKBPHHxIPE7WC-Z73rEd0hl4hZOObgZr2JpYvblBBNSnrQUQ106bISv7j1meTXU7-R1SgBLxV3H33fQPp2-KG2idCKO5qF4TN1zKaU-6/s400/Salmone+gratinato+cipolla+e+zenzero.jpg" width="400" /></a></div>
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<strong>Ingredienti</strong></div>
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<strong></strong> </div>
<div align="center">
2 filetti di salmone</div>
<div align="center">
1/2 cipolla</div>
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zenzero fresco</div>
<div align="center">
basilico</div>
<div align="center">
pangrattato</div>
<div align="center">
olio</div>
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sale</div>
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</div>
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</div>
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Portare a ebollizione una pentola d'acqua e immergervi i filetti per un paio di minuti. Intanto tritare finemente la cipolla e il basilcio, unire lo zenzero, il pangrattato, l'olio e mescolare fino ad ottenere una pappetta manipolabile con le mani. Scolare i filetti, salarli e ricoprirli con l'impasto ottenuto. Adagiare in una teglia e aggiungere un filo d'olio. Cuocere in forno per circa 15 minuti, facendo gratinare la parte alta. Sfornare e mangiare caldo o tiepido. </div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-92079700231098583792015-02-15T16:00:00.000+01:002015-02-15T16:13:41.827+01:00Cappelletti di magro in brodo <div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Quest'anno a Natale abbiamo finalmente preparato i cappelletti. Dico finalmente perché da un paio di natali girava la leggenda che un giorno avremmo preparato un tradizionale pranzo natalizio, che nella mia fantasia includeva anche meeting di tre generazioni con le mani in pasta tra una chiacchiera e l'altra.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Vivo di queste fantasie, ogni tanto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Questa premessa per introdurre il piatto di oggi che nasce dall'abilità di quel pomeriggio di dicembre in cui io e mia madre abbiamo realizzato qualcosa tipo 120 tortellini (o cappelletti, ancora non ho ben chiare le differenze) aiutate da mio padre che si occupava di stendere la pasta con la mitica Imperia. Il Natale di quest'anno è in fondo racchiuso in pochi pomeriggi trascorsi a cucinare, decorare, creare alberi di stoffa e canticchiare sulle note di vecchi cd. Poi la malattia di Milla, il suo repentino crollo fisico, la sua calma rassegnazione nel sopportare flebo e pasticche ingurgitate a forza, sono state come un nodo che mi ha traghettata lungo tutte le feste e ha chiuso l'anno senza di lei. So cosa vuol dire perdere un cane, ma credo non ci si abitui mai abbastanza a quel vuoto improvviso, a quel cuscino inutilizzato nell'angolo della stanza, a quella dimensione dello spazio che senza sapere come è cambiata. Nel mio caso è stato anche un vuoto colmo di tante contraddizioni, in cui sono stata male come non mi era mai successo. Per diversi giorni ho continuato a chiedermi se lei sapesse. Se dietro i suoi sguardi acquosi, colmi di un'incondizionata fiducia, avesse capito quel che io stavo iniziando a capire solo in quel momento. Non lo so, ma lo spero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ2Z91DAv4ezEdGZk6gWA77a-hklaPjDHsIcYQ4tviAYydrBXNhEswSRKKIJgtIQjrIz_3B-pbkjqH1De9EcyxEYYUFLiVBWqXjqoG0hjMI9yDJdbEYw3vFP-yMZ1aEWFxLh1WNSC3Oyg8/s1600/cappelletti1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ2Z91DAv4ezEdGZk6gWA77a-hklaPjDHsIcYQ4tviAYydrBXNhEswSRKKIJgtIQjrIz_3B-pbkjqH1De9EcyxEYYUFLiVBWqXjqoG0hjMI9yDJdbEYw3vFP-yMZ1aEWFxLh1WNSC3Oyg8/s1600/cappelletti1.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: inherit;">I cappelletti di oggi sono la variante di quelli preparati a natale con manzo, maiale e affettati. Farli "di magro", ovvero poveri come vorrebbe un antico modo di dire ormai superato nelle nostre cucine, è sicuramente un'alternativa veloce che non perde nulla in prelibatezza.
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Che poi, detto tra noi, di magro c’è ben poco: burro,
formaggio e uova non sono certo messi lì pensando alla linea. L'aggiunta della scorza di limone è una nota aromatica che può sorprendervi se come me amate il gusto pungente degli agrumi. L'ho rubata al blog <a href="http://vanigliacooking.blogspot.it/2011/12/menu-di-natale-1-tortellini-in-brodo.html">Vaniglia</a> e ormai l'ho fatta mia. </span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><i>Ingredienti</i></span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><u>per il brodo</u></span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">manzo/pollo/ossa</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">sedano</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">carota</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">cipolla</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">chiodi di garofano</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">alloro</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><u>per i cappelletti</u></span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">4 uova</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">300 gr di farina</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">scorza di 1 limone</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">pepe o noce moscata</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">25 gr di burro fuso</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">200 gr di parmigiano</span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">sale </span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Con queste dosi ho realizzato circa 90 cappelletti - con un break di una giornata in cui ho conservato l'impasto e il ripieno in frigorifero. Per una cena o un pranzo per quattro persone è una dose abbondante, considerando anche una seconda portata.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">I cappelletti si possono preparare in anticipo e congelarli, così come il brodo conviene farlo il giorno prima e lasciare le carni a raffreddarsi per tutta la notte. Nel mio caso ho preparato il brodo in anticipo ma i cappelletti li ho fatti sul momento, un lungo momento che è stato bello concedermi. E' un lavoro da fare senza fretta: pochi e semplici gesti della mano, la ripetitività dei movimenti, il ritmo cadenzato del tempo. La terapia del buonumore. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Per il brodo ognuno ha la sua ricetta speciale, quella della mamma o della nonna o del vecchio libro di cucina. La mia è quella del macellaio sotto casa. Tre etti di bollito, testa e zampe di un pollo ruspante e un osso. Sarebbe ancora più buono con della gallina. Le carni vanno messe a freddo se si vuole un brodo succoso e saporito oppure a caldo se si è orientanti a cucinare la carne. Ovvero per un ottimo bollito la carne deve essere immersa in acqua bollente in modo che il calore sigilli la parte esterna e tutti i succhi rimangano all'interno. Quindi ho immerso tutte le carni a freddo con gli odori: sedano, carota, cipolla, chiodo di garofano e alloro. Personalmente non salo mai il brodo, lo faccio sempre nel momento in cui lo utilizzo. A fine cottura - circa un'ora - lasciare le carni e gli odori a raffreddarsi per una notte. Il giorno seguente eliminarli insieme alla patina di grasso che nel frattempo si sarà solidificata in superficie. Vi consiglio però di non levarla tutta, una volta che il brodo sarà nuovamente caldo si scioglierà e darà tutto il sapore alla vostra minestra. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Per l'impasto dei cappelletti disporre a fontana 300 gr di farina e romperci dentro 3 uova. Salare e iniziare ad amalgamare, lavorando bene l'impasto. Conservare sotto un panno umido, è importante che la pasta rimanga fresca in modo che sia possibile lavorarla. Per il ripieno amalgamare in un recipiente 1 uovo, il parmigiano, la scorza grattugiata di 1 limone e il burro fuso. Aggiungere del pepe o della noce moscata e salare. Il risultato che si ottiene è un impasto molto consistente che si potrà facilmente lavorare con le mani. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">A questo punto stendere la pasta una sfoglia per volta. Ci vuole del tempo per realizzare i singoli cappelletti ed è importante - divento ripetitiva - che la pasta non si secchi o sarà difficile sigillarla. Se ciò si verifica, basta comunque inumidire leggermente i bordi dei quadratini affinché si appiccichino nuovamente tra loro. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Una volta ottenuta la sfoglia, dividerla in quadrati. Al centro di ogni quadrato porre una pallina di ripieno, chiudere il quadrato a triangolo e unire i due angoli della base ottenendo così un cappelletto. E più facile a dirsi che a farsi e ci si prende subito la mano. Disporre i cappelletti su un piano infarinato in attesa di cuocerli nel brodo, ricordandovi di salarlo.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Con l'occasione ho finalmente utilizzato la zuppiera acquistata su una bancarella di vecchi oggetti per la cucina. Un piccolo gioiello cui la fotografia non rende giustizia, poiché erano tutti ansioni ed affamati e non mi hanno lasciato il tempo di mettere in posa il mio capolavoro.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;">Anche questo, come da tradizione.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="font-family: Calibri;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUr3JdBvRi1kULxo-92yFYUuq4_US7wA12F8xoK8shiHNLfRGpv1Fddy-_lYv4vKUifRmzuTbVCzBRBC8dqH-TpBdyYW2HJA3rUodtrc4njuUs3mE-Ovrsjbn5nvKfzHrcy1LyQ4JAIY19/s1600/cappelletti2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUr3JdBvRi1kULxo-92yFYUuq4_US7wA12F8xoK8shiHNLfRGpv1Fddy-_lYv4vKUifRmzuTbVCzBRBC8dqH-TpBdyYW2HJA3rUodtrc4njuUs3mE-Ovrsjbn5nvKfzHrcy1LyQ4JAIY19/s1600/cappelletti2.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="font-family: Calibri;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="font-family: Calibri;"><i> </i><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-46881769990071105502015-02-04T19:01:00.000+01:002015-02-04T19:24:45.100+01:00Involtini di verza con patate, gorgonzola e ciauscolo<w:view></w:view><br />
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
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<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal">
È trascorso un po' di tempo dall'ultima volta che ho aperto questa pagina. Un lungo, lunghissimo anno. </div>
<div class="MsoNormal">
Mi sono accorta che iniziavo a sentire la mancanza di uno spazio condiviso con persone che potrei definire familiari, se può essere familiare qualcuno che non si è mai conosciuto.</div>
<div class="MsoNormal">
Si, credo che possa. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ieri sera mentre preparavo questi involtini improvvisati, ho avuto l'ispirazione di pubblicare la ricetta. Senza pretese o promesse di continuità, ma solo con l'intenzione genuina e sincera di esserci di nuovo.</div>
<div class="MsoNormal">
Spero che da qualche parte, qualcuno, la legga. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<u>Ingredienti per due persone mediamente affamate:</u><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4iBQlZo12qhBwtRT1IrL69Jr4cS_1WWUkOCvoeTWAP3wpfZbl_TaGBt-kb3FIdO6OFuEITy9sHhxozhBrWpRgLAFaejmpQdofxtwRX_aCpDrjYhNsi8BjD3A25eDdZZDleY0UaqA5MzPr/s1600/involtini+verza+con+patate.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4iBQlZo12qhBwtRT1IrL69Jr4cS_1WWUkOCvoeTWAP3wpfZbl_TaGBt-kb3FIdO6OFuEITy9sHhxozhBrWpRgLAFaejmpQdofxtwRX_aCpDrjYhNsi8BjD3A25eDdZZDleY0UaqA5MzPr/s1600/involtini+verza+con+patate.png" height="320" width="240" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
8 foglie di verza riccia chiara</div>
<div class="MsoNormal">
5-6 patate medie</div>
<div class="MsoNormal">
gorgonzola</div>
<div class="MsoNormal">
ciauscolo</div>
<div class="MsoNormal">
sale</div>
<div class="MsoNormal">
burro</div>
<div class="MsoNormal">
olio</div>
<div class="MsoNormal">
brodo vegetale</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non fatevi ingannare dalla foto, il risultato finale non ha l'aspetto di qualcosa di lesso e insapore. Dopo aver infatti lessato e composto gli ingredienti così come li vedete, li ho ripassati in padella fininendo la cottura con del brodo vegetale. Si sono quindi arrostiti e caricati di quel sapore in più che solo l'olio soffritto sa dare senza risparmiarsi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per prima cosa ho selezionato le foglie più belle facendo attenzione a non danneggiarle. In una pentola ho poi lessato le patate sbucciate e nell'acqua del bollore ho immerso un po' per volta le foglie lavate. Bastano pochi minuti, il tempo di ammorbidirle senza cuocerle. Nella stessa acqua, già che c'ero, ho aggiunto sedano, carota, cipolla e zenzero in modo da avere del brodo vegetale pronto da congelare, nonchè da utilizzare sul momento. In fondo la cosa bella di una pentola d'acqua che bolle, è la possibilità di poterci infilare di tutto e trasformarla così in qualcosa di sempre diverso e soprattutto di utile. Basta poco, no? Meno sprechi e più riciclo, sembra una banalità ma non mi stancherò mai di ripeterla.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Una volta cotte le patate le ho schiacciate e ridotte in purea. Ho aggiunto sale, una noce di burro ma niente uovo. Mi sono detta - proviamo a tenerci leggeri. E quindi ho aggiunto il ciauscolo. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma che potevo farci? Era lì nel frigo, sottovuoto da natale. Un ciauscolo di ottima qualità che aspettava la sua occasione. L'ha avuta, ve lo posso assicurare. </div>
Con le mani ho formato otto supplì, li ho aperti nel mezzo e ho aggiunto un generoso quadretto di gorgonzola. Ho richiuso e foderato con una fetta sottile di ciascuolo. Il tutto l'ho arrotolato all'interno delle foglie a cui avevo eliminato la parte più coriacea del gambo. Fissati infine con uno stecchino e messi in padella a rosolare. Giusto qualche cucchiata di brodo per allungare la cottura e sono pronti. Se non amate i riepieni troppo morbidi basta aggiungere un uovo al composto per renderlo più solido. A me sono piaciuti anche così, morbidi e gorgonzolosi. Decisamente una gran fine per il ciauscolo.
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-1080423993896008702013-06-20T15:25:00.000+02:002013-06-20T15:28:34.149+02:00Di letture e risotti<div lang="IT">
<div style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt;">Difficilmente
abbandono un libro, sebbene sia uno dei diritti enumerati da Pennac.
Più che un diritto lo reputo un ottimo consiglio, perché la lettura
dovrebbe essere sempre un piacere, per cui trasformare un momento di
piacevolezza con il tedio e l’insoddisfazione è piuttosto da masochisti.
Devo dedurne di essere una lettrice masochista, perché anche se a volte
mi accade di venire meno a quello che reputo un “impegno” con lo
scrittore – quello di dedicargli tempo e attenzione – la maggior parte
delle volte arrivo tenacemente alla fine, esausta. Non
so se lo faccio per riservarmi il diritto di criticarlo fino in fondo
oppure perché non voglio precludermi nulla, aggrappata fino all’ultimo
alla speranza. Quella di non aver sprecato il mio tempo, probabilmente. O
forse c’è una spiegazione più semplice: l’intenzione di dedicarmi a
detestare qualcosa.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: 12pt;">In
questo periodo mi sto dedicando a detestare l’Allende, per esempio.
Avevo abbandonato i suoi libri subito dopo aver letto l'autobiografia,
abbastanza deludente. Della scrittrice cilena ho però un ottimo ricordo
della trilogia degli "spiriti", la saga famigliare che attraversa oceani
ed epoche per culminare con la dittatura e una nuova generazione di
donne pronte a lottare. Le figure femminili sono infatti centrali nelle
opere della Allende ed è il motivo principale per cui mi sono lasciata
convincere dal romanzo Eva Luna, acquistato di recente su una
bancarella. Purtroppo il personaggio, che la quarta di copertina
descrive come ribelle e fuori dalle righe, è un soggetto di scarsa
profondità e il romanzo stesso è una sequela di fatti che sembrano
volersi scollare dalle dure implicazioni del reale, assecondando
un'opportunistica neutralità della scrittrice. Non dimentichiamo
infatti chi è l'Allende e cosa rappresenta per il Cile. Con un nome così
importante mi sarei aspettata uno spessore diverso e soprattutto una
riflessione sul contesto storico e sociale, dal momento che il romanzo è
ambientato durante la dittatura. La sua piccola eroina è invece una
creatura leggera e tale leggerezza viene estesa al mondo che la
circonda, trasformando tutto in un'opera di sconcertante vacuità.
Tante, molte parole scritte per dire poco o nulla. Oltretutto la posizione
della scrittrice rispetto agli avvenimenti successivi la dittatura
mi hanno lasciata abbastanza perplessa; semba che la Allende non abbia
voluto sbilanciarsi e che quando lo abbia fatto sia stata invece velatamente
critica nei confronti dell'opposizione nata a contrastare il governo successivo a Pinochet. Un'opposizione ancora fortemente viva nel Cile
attuale. </span></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: #1f497d; font-size: small;"><span style="color: #1f497d; font-size: 12pt;"></span></span></span></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: #1f497d; font-size: small;"><span style="color: #1f497d; font-size: 12pt;"></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br />D'altra parte la cara Isabel vive e prolifca nello stesso paese che
ha sostenuto la dittatura nella sua terra e che ha voluto e provocato la
morte di Salvador Allende. Perché mi ricorda <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gioconda_Belli">qualcuno</a></b>?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Insomma, la coerenza è una merce rara. Ce lo
ricorda Ken Loach con questo corto realizzato dopo l'attacco alle torri
gemelle e raccolto nel film 11.09.11.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/4wPxZto9deI?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">
<i><b>Risotto con totani e zucchine</b></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Invece
dei soliti gamberetti (o gamberoni per gli intenditori) perché non
provare i totani? Ho acquistato dal mio pescivendolo quattro totani
piccoli e ne sono rimasta talmente soddisfatta che difficilemente
tornerò al gamberetto nella felice accoppiata con la zucchina. Lo
consiglio, è un primo semplice e dal deciso sapore di mare, che a me fa
tanto sentire in vacanza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<u><i><span style="font-family: inherit;">Ingredienti per due persone:</span></i></u></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"> </span><i><span style="font-family: inherit;">200 gr di riso (io thai)</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">4 totani piccoli e teneri</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">
1 cipolletta fresca</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">2/3 zucchine</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">brodo vegetale</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">vino bianco</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">burro q.b.</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">sale</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">olio</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd7F1j9Qojwyp49wTd2gSksK6GLQD1jiz4iEnZCmYMBzs4pTBO1rYMWEGY7Z9gHYzP0hqNH4KQrSY3u5DSo_dItDcQCysSjWp9gKN5mo50cb3yIk1_CrQ60XS0I-hJTwlC_Djx_gTuDgnD/s1600/risotto+totani+e+zucchine2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd7F1j9Qojwyp49wTd2gSksK6GLQD1jiz4iEnZCmYMBzs4pTBO1rYMWEGY7Z9gHYzP0hqNH4KQrSY3u5DSo_dItDcQCysSjWp9gKN5mo50cb3yIk1_CrQ60XS0I-hJTwlC_Djx_gTuDgnD/s400/risotto+totani+e+zucchine2.jpg" width="298" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Tritare la cipolla e
farla soffriggere in poco olio. A parte tagliare le zucchine a quadretti
e tenerle da parte. Mettere nel tegame i totani tagliati a rondelle con
i loro tentacoli e far cuocere a recipiente coperto fino a quando
avranno rilasciato il loro liquido. In questa fase non aggiungere né
vino né brodo. Successivamente sfumare con un po' di vino e lasciar
andare per qualche altro minuto. Aggiungere le zucchine e mescolare. A
piacere unire il prezzemolo o l'erba cipollina, io ho dimenticato questo
passaggio, purtroppo. Entrambe le erbe andrebbero aggiunte alla fine
affinché mantengano sapore e sostanze, ma in genere lo faccio sia prima
che dopo perché mi piace l'idea che l'erba si mescoli con ciò che sto
cucinando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A parte sciacquare il
riso per almeno tre volte sotto l'acqua corrente e unirlo al condimento.
Mescolare, aggiungere un po' di brodo e continuare a mantecare
integrando liquido fino a cottura. Alla fine unire un pezzetto di burro
per rendere il piatto cremoso, senza però appesantirlo troppo.
Decisamente da rifare! </span></div>
</div>
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-19356085354665186862013-06-07T19:49:00.001+02:002013-06-12T12:22:57.358+02:00Non ci vuole niente a distruggere la bellezza<div style="text-align: justify;">
Non mi piacciono: gli alberi tagliati od estirpati come se fossero cose inanimate; i cani chiusi dentro i recinti; i bambini tirati per un braccio. I cibi precotti, i fiori finti, i vasi pieni di erbacce. I mariti, compagni, gli uomini che non sanno accogliere una donna; le persone che non sorridono mai e non si affacciano a guardare il mondo, non viaggiano, non leggono, non regalano una pianta o non si sporcano le mani per creare qualcosa di bello. Non mi piace sentirmi dire "è tardi" "è inutile" "è una perdita di tempo". Non mi piace mangiare con chi lo fa in silenzio, con chi separa i cibi nel piatto, con chi non è curioso di sapere cosa si porta alla bocca. Non mi piace chi critica il prossimo e non si sforza di cambiare se stesso. <br />
<br />
Avevo voglia di dirlo, dopo mesi di silenzio, perché a volte è giusto rispondere al bisogno di usare la negazione per affermare qualcosa di bello. Alla faccia di chi con il brutto ci convive senza avvertirne neanche il prurito. Per me quel prurito è come una bussola che mi permettere di non perdere una briciola di bellezza, cercando di comprenderne il valore nella sua fragilità. In quel bellissimo film di Marco Tullio Giordana, <a href="http://www.youtube.com/watch?v=Q3lWGVdNmyg"><b>I cento passi</b></a>, Peppino Impastato comprende qualcosa di semplice eppure di rivoluzionario: <i>bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscela, a difenderla. (...) La bellezza, è importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto.</i><br />
Difendere questo valore gli è costato la vita.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il rischio, all'opposto, è quello di abituarsi alla bruttezza, all'arroganza. All'ingiustizia. Come quella subita da Stefano Cucchi, pestato a morte; un'ingiustizia che continua a rinnovarsi e a sollevare lo sdegno di tutti coloro che non possono e non vogliono accettarla. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/lHx0JRVjqgY?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><b><i>Zuppa di pesce </i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Ingredienti per due persone:</i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
1 moscardino</div>
<div style="text-align: center;">
2 calamari</div>
<div style="text-align: center;">
scampi</div>
<div style="text-align: center;">
cernia</div>
<div style="text-align: center;">
spinarolo</div>
<div style="text-align: center;">
vongole veraci</div>
<div style="text-align: center;">
passata di pomodoro</div>
<div style="text-align: center;">
erba cipollina</div>
<div style="text-align: center;">
aglio</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
vino bianco</div>
<div style="text-align: center;">
peperoncino</div>
<div style="text-align: center;">
sale</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono molti modi di preparare una zuppa di pesce ma alla base c'è sempre quel brodo saporito, risultato di una cottura in cui nulla viene scartato ma piuttosto aggiunto. Le varianti e i sapori cambiano a seconda della tipologia di pesce che si decide di utilizzare: nel mio caso tutto pesce senza spine, ma ogni pescivendolo che si rispetti vi consiglierà quello spinoso dalle carni più prelibate. A dare sapore al mio piatto è accorso in aiuto il moscardino, gli scampi e delle ottime vongole veraci. Le combinazioni sono però molteplici e personali, come l'uso delle erbe e delle spezie da utilizzare.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel cucinare questa zuppa non ho potuto fare a meno di pensare ad alcune ricette brasiliane di Bahia, influenzata senz'altro dalle mie letture sudamericane e dal <a href="http://www.rai.it/dl/Rai5/programma.html?ContentItem-13aa5222-e0dc-424a-9f1d-d6b593a0d08b&refresh_ce">programma di Michael Palin</a>, che ogni tanto Rai5 replica e che io continuo a guardare senza sosta. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Il pesce non richiede una cottura molto prolungata, ma bisogna stare molto attenti alle diverse "consistenze". Se non siete pratici come me, fatevelo pulire da chi di fiducia e soprattutto fatevi consigliare, non c'è niente di più bello che indugiare intorno al banco del pesce, fare quattro chiacchiere, coinvolgere le signore vicine e farsi ammaliare dal un prestante pescivendolo. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgewEvSk5H-gHjr4YFCX4V_h_E_VNjRFhODwDWgaEGiW6yut9TgCOfVjlem0G_Exfjq-BBwosZlwxo5Yfzb3xdg9C3aEoiYalfXL5xhNaU4M3ULkqtr5T_rvg3Dk4V1sTRFwSqP2LzpRVKZ/s1600/zuppa+di+pesce.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In una pentola capiente soffriggere uno spicchio d'aglio e un peperoncino intero per qualche minuto. Aggiungere il moscardino diviso a metà e lasciarlo cuocere nel suo liquido fino ad ambratura, senza aggiungere altro. Coprire con il coperchio e lasciar andare per un po'. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXgOVK8h0SPLsWynekTPhieCVP9DRJwT-vMFa6FPJD-CHi5k5bSs_gOvxxHtf5QdUFhOw89rYpbAld5OJDL5cGF4U3jOeNMs3OrCSGcfaWQGkQJEkE7UQmbdQ-Oi-X7uFK1NhMZSDeT3YG/s1600/zuppa+di+pesce2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXgOVK8h0SPLsWynekTPhieCVP9DRJwT-vMFa6FPJD-CHi5k5bSs_gOvxxHtf5QdUFhOw89rYpbAld5OJDL5cGF4U3jOeNMs3OrCSGcfaWQGkQJEkE7UQmbdQ-Oi-X7uFK1NhMZSDeT3YG/s320/zuppa+di+pesce2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto tagliare l'erba cipollina (o il prezzemolo se preferite) e aggiungerla al polipetto. Quando quest'ultimo avrà rilasciato gran parte del suo liquido, integrare la passata di pomodoro regolandovi a vostro gusto a seconda di quanto la preferite sugosa. Salare con parsimonia e cuocere per una quindicina di minuti, aggiungendo mezzo bicchiere di vino bianco. Al termine (non sarà cotto, anzi, non dovrà essere cotto!) aggiungere i calamari in pezzi e lasciar cuocere per altri quindici minuti. Nel frattempo in una padella far aprire le vongole con uno spicchio d'aglio e del vino bianco. Una volta aperte, scolarle con un mestolo forato e filrtrare il liquido rimasto in padella, che andrà aggiunto al brodo della zuppa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Trascorso il tempo necessario, unire al brodo i bocconcini di pesce (nel mio caso cernia e spinarolo) e solo all'ultimo gli scampi e le vongole già cotte. La zuppa è pronta da portare in tavola e con due fette di pane bruscato siete in paradiso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8KCbSEXvUB8MsR9Xl2NfN0yYs0LwRaQ3aVMm1YP6xTlmKVbfxGw_1DrtgsuWujfNTDGBj9MN2Fua3PCEwrYRgJ9VaQ3bddFwFPfCFSr5SINRDCs0AH073RX0JiA094bMcCU31eFxTOfJQ/s1600/zuppa+di+pesce3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8KCbSEXvUB8MsR9Xl2NfN0yYs0LwRaQ3aVMm1YP6xTlmKVbfxGw_1DrtgsuWujfNTDGBj9MN2Fua3PCEwrYRgJ9VaQ3bddFwFPfCFSr5SINRDCs0AH073RX0JiA094bMcCU31eFxTOfJQ/s320/zuppa+di+pesce3.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-58373097858026287932013-03-01T20:45:00.003+01:002013-03-01T21:07:25.999+01:00Crostatine alla prugna per restare in tema<div style="text-align: justify;">
Vorrei poter dire "ci sono poche cose che non mi vanno giù" ma non è così purtroppo.<br />
Una di queste è trovarmi di fronte a un'insegnante stanca, arrabbiata, disamorata e piena di piccole grandi frustrazioni. So che la scuola non è più quella di una volta (per fortuna) e neanche quella che una volta si desiderava che fosse un giorno (purtroppo). Ovvero sono cadute tante barriere, si sono accorciate tante distanze ma forse proprio per questo è ancora più difficile, oggi, essere un insegnante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' solo un'ipotesi s'intende, da una che al massimo ha dato ripetizioni pomeridiane. Ma che è stata sui banchi di scuola, si, come tutti nell'età scolare, ma che continua a tornarci anche ora, a trentun'anni. Mi piace, studiare. Forse più di prima. E più di prima ho la capacità di comprendere chi ho davanti. Sarà per questo che sentire dalla bocca di una professoressa che "i ragazzi difficili sono merda" mi fa un po' incazzare. E' quel tipo di rabbia che nasce forse dal non aver mai avuto a che fare con situazioni del genere (tipo: "parli bene tu che non sai cosa vuol dire!") ma che comunque sale, sale e rimane senza una spiegazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Scuola, lezione d'inglese per adulti vaccinati. La bidella rincorre un alunno delle medie pomeridiane, un ragazzo che ha alzato le mani, che non sente padroni e che non ha padre. Cresciuto in fretta a suon di violenza e spaccio. C'è anche questo nelle nostre scuole. E l'insegnante non può alzare la voce. Non può sospendere. Non può bocciare. Da qui l'etichetta di "merde", di gente a cui andrebbero cambiati i connotati. Già, tanto ci sono abituati. Passare da un padre assente o violento a un avvocato, a un insegnante stanco, a un carcere minorile...il passo è breve e segnato. Trasmettiamo pure a queste merde che nella vita prenderanno solo calci in culo perché sono nati merda e merda resteranno. Tramettiamogli che se non stanno seduti composti al loro banco avranno solo porte chiuse in faccia e nessuna comprensione. Si dice "so ragazzi" e lo sono davvero. <i>Ragazzi di vita</i>, direbbe Pasolini. Di <i>una vita violenta</i>. Nessuno vuole averci a che fare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Posso capire che assumersi il ruolo di assistente sociale è un impegno oneroso e pieno di coraggio. Ma io non accetto che un professore o una insegnante diano della merda ad adolescenti che a modo loro si difendono dalla vita attaccando. Non sono una piscologa e non scrivo romanzi, per cui non voglio teorizzare e tanto meno commuovere o impetosire. So che c'è una realtà, nelle nostre scuole, nelle stesse scuole che a volte cadono a pezzi e la cui unica pennellata di colore è data dalle porte dei bagni piene di frasi d'amore, insulti, citazioni di ragazzi che nelle ore di scuola, oltre a studiare, scarabocchiano vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si potrebbe passare delle ore a leggerle.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ebbene, c'è una realtà che non basta prenderla a calci, spostarla più in là. Non basta lamentarsi che il governo non finanzia l'istruzione e per questo i professori sono sempre più stanchi. L'insegnante per me è come un infermiere: un uomo di vocazione. E allora se il governo non ti paga o ti fa allungare le ore per arrivare a uno stipendio decente; se ti fa sudare la giornata, combattere con classi difficili in aule grigie e spente, ebbene, prenditela con il governo. Perché per me l'unica vera merda è l'insegnante che non insegna, è l'insegnante che non impara. E' l'insegnante che non tollera. E che di fronte a un'aula di persone adulte ha il coraggio di dare della merda alla giovinezza. E' come insultare la terra in cui non cresce erba ma che nel sottosuolo contiene una ricchezza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma si, oggi la crostata alla prugna ci sta tutta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQNKeqktDtshMvFJghzIaSOs9DizRNemh5JGQOfJYbbLcvnEfxSQf1iHCtPmquHo750EBijjDg6__li7SrWW0USMWvAKnrxFDZqXboyjziSmkvgDBYytr8_izoYx-3UvZe6AN7tNWNNC29/s1600/Crostatine+prugna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQNKeqktDtshMvFJghzIaSOs9DizRNemh5JGQOfJYbbLcvnEfxSQf1iHCtPmquHo750EBijjDg6__li7SrWW0USMWvAKnrxFDZqXboyjziSmkvgDBYytr8_izoYx-3UvZe6AN7tNWNNC29/s400/Crostatine+prugna.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b>Ingredienti per circa 7 crostatine</b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
300 gr. di farina</div>
<div style="text-align: center;">
150 gr. di zucchero</div>
<div style="text-align: center;">
150 gr. di burro</div>
<div style="text-align: center;">
3 tuorli</div>
<div style="text-align: center;">
scorza di 1 limone</div>
<div style="text-align: center;">
marmellata di prugne rigorosamente della nonna</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La crostata è come il ciambellone, ovvero un classico che ognuno fa a modo suo. E visto che a me piace riproporre il classico (jurassica inside), lasciatemi apparecchiare la tavola come una vecchia zia e servirvi una tazza di tè. Tanto più che la bellissima tisaniera in porcellana che vedete nella foto mi è stata regalata proprio da mia zia, che di vecchio non ha neanche l'ombra ed è un'insegnante combattiva (ultimamente un po' sciancata ma sempre tosta. Un bacio zietta!)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Allora, sapete tutti come si fa una crostata. Roba da non stare neanche qui a ripeterla. Tipo: unire i tuorli alla farina mescolando bene con le fruste fino ad ottenere un composto spumoso (si dice "che scrive"). Aggiungere il burro ammorbidito e la farina a cucchiaiate. Infine la scorza del limone. Mescolare il tutto con le mani, formare una palla e far riposare in frigo per una mezzora. Si, lo so. Il burro andrebbe lavorato freddo ma a me la frolla piace elastica (che frolla è? vabbè, a ognuno le sue contraddizioni). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Infine disporre porzioni d'impasto negli appositi stampini che non mi sono presa neanche la briga d'imburrare. Per una strana legge non scritta e mai tramandata, gli stampi piccoli non attaccano. Almeno i miei. E non sono di silicone (bleah!). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cuocere in forno a bassa temperatura (io 140° in forno elettrico ventilato) per circa 8-10 minuti. Sfornare e riempire con la marmellata e decorare con rotolini di pasta sovrapposti. Infornare nuovamente e portare a cottura.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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</div>
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</div>
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</div>
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</div>
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</div>
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</div>
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</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsy6lrGKNftZm5gCn8yDf5_QzVO1oG7vCzzwjDtZAn2AbEcudgmpj-FPzzL88fmCuOyISU0BLm_Wh-7JEmK3xkqsKtonBfDo4KmH5Ei6YJQ4fbX0_8uDqrOMSOQueUawLSv8BtmDcFxw2_/s1600/Crostatine+prugna2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsy6lrGKNftZm5gCn8yDf5_QzVO1oG7vCzzwjDtZAn2AbEcudgmpj-FPzzL88fmCuOyISU0BLm_Wh-7JEmK3xkqsKtonBfDo4KmH5Ei6YJQ4fbX0_8uDqrOMSOQueUawLSv8BtmDcFxw2_/s400/Crostatine+prugna2.jpg" width="400" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
"<i>Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori</i>" </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
De André </div>
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-45068025088632640002013-02-12T17:22:00.000+01:002013-02-12T17:32:01.415+01:00Crocchette di pollo con senape e cipolla<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Non scrivo ormai da più di un mese e me ne sembrano trascorsi dieci. Mi sento in parte un po' estranea a me stessa e dall'altra pigramente abbandonata a uno stato d'inerzia. Eppure il movimento, sebbene possa essere stancante, tiene sempre in qualche modo attivi, svegli, appassionati (dovrò appuntarmelo da qualche parte).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
E così, anche dall'esterno mi giungono lontani rumori di sottofondo. La politica, la cronaca, l'informazione (o disinformazione) del mondo circorstante mi appaiono come una matassa confusa di voci, tutte uguali. Qualcosa mi dice che dovrebbe riguardarmi, che è un periodo importante, persino il Papa si dimette per la prima volta nella Storia. Allora cerco di tornare alle vecchie letture di riviste e quotidiani, a leggere blog e forum, a lasciare commenti, firmare petizioni (a proposito, mi ha chiamata Greenpeace per la raccolta fondi dell'ultima campagna Save the Arctic alla quale ho aderito, ma pare non accettino donazioni da chi ha un conto aperto alle Poste...) ma in fondo a tutto questo un piccolo senso d'inutilità mi assale.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>Inutilità</b>, esattamente. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
E così anche la cucina è tornata ai vecchi bustoni dei surgelati, veloci e facili da preparare. <b>Veloce e facile</b>, il mantra di tutte le pubblicità. Almeno di quelle che vanno in onda su Italia 1 durante i numerosi intervalli di C.S.I. A volte penso che mi piacerebbe annotare tutte le tragicomiche stronzante che ci vengono propinate, che nella loro palese presa per il culo hanno un non so che di triste e squallido. <b>Squallore</b>, altra parola che ultimamente ho sempre sulla punta della lingua non appena cerco di sintonizzarmi sul canale realtà. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In fondo, se fossi in forma smagliante non avrei mai iniziato il libro della Morante, regalo di compleanno apprezzatissimo e che solo ora inizio ad apprezzare fino in fondo. C'è qualcosa insomma che mi attrae "verso il basso", o meglio verso quell'interiorità di cui non riesco, anche volendo, fare a meno. Mi sento un po' come una bambina che resta sveglia la notte ad aspettare i propri fantasmi ma che in fondo ha una gran paura d'incontrarli. La paura di cadere non è forse attrazione del vuoto? Non è mia, è di Kundera.</div>
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<br /></div>
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Tra una chiacchiera e l'altra non posso proprio tralasciare la mia ultima <i>raccolta di oggetto da spiaggia. </i>Dopo la testa del robot di Laputa (<a href="http://cisnedefieltro.blogspot.it/2012/07/di-sassi-robot-e-boschi-vecchi.html"><b>qui</b> </a>per i dettagli), ho trovato mezzo sepolto sotto la sabbia il teschio-luce della saggia Vassilissa. Be', del teschio non è rimasta traccia, ma il bastone somiglia proprio a quello che Baba Jaga avrebbe potuto regalare a Vassilissa: bitorzoluto e annodato a una delle sue estremità, come per accogliere e incastonare un oggetto prezioso.</div>
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Questa è una storia che mi piacerebbe raccontare ma che per il momento non racconterò.</div>
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E' una storia lunga, è una storia vera. Intanto il mio teschio-luce mi accompagna fiero e luminoso e mi dice che non devo aver paura. </div>
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<br /></div>
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"<i>Il teschio-luce non è indulgente. Alla sua luce i vecchi sono attempati, il bello è lussureggiante, lo stupido è imbecille, coloro che non credono sono infedeli, le cose incredibili sono osservate come miracoli. Il teschio-luce è una luce eterna, brilla davanti alla donna, come una presenza che le sta un po' avanti e le riporta quel che ha già trovato. E' per lei il perpetuo riconoscimento.</i>"</div>
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<i><b>C.P.E.</b></i></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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E ora la mia prima ricetta dedicata. A te, cara nonna, che sei una donna veramente in gamba.</div>
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<br /></div>
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<i><b> </b></i></div>
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<i><b> </b></i><b>Crocchette di pollo con senape e cipolla</b></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirJm8Pf_cwKeh6-x9NBSrhU78VL7NW6aNvb4TwfGgSf8AUzqc-wSVdfWZQht9CAjkwC7nqi1etieEvx4PQap0Y7l8O2z31krOdU2I_DZU5khuXqRN9h2l29WmqCj8WF8aEZZ8t8dtkKjg7/s1600/Polpette+di+pollo+con+senape+e+cipolla.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirJm8Pf_cwKeh6-x9NBSrhU78VL7NW6aNvb4TwfGgSf8AUzqc-wSVdfWZQht9CAjkwC7nqi1etieEvx4PQap0Y7l8O2z31krOdU2I_DZU5khuXqRN9h2l29WmqCj8WF8aEZZ8t8dtkKjg7/s400/Polpette+di+pollo+con+senape+e+cipolla.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<b>Ingredienti</b><br />
<br />
500 gr di petto di pollo<br />
1/2 cipolla<br />
80 gr di mollica di pane<br />
1 cucchiaino di senape<br />
2 cucchiai di salsa di soia<br />
80 gr di farina<br />
80 gr di latte<br />
1 uovo<br />
1/2 cucchiaino di lievito in polvere<br />
olio di semi <br />
sale e pangrattato q.b<br />
<br />
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Questa è la ricetta che Giallo Zafferano spaccia per "Nuggets di pollo". In verità io l'ho trovata molto diversa rispetto a quella che conosciamo e che comunemente mangiamo (e diciamolo dai!) da McDonald. E a dirla tutta l'ho trovata anche molto più buona.</div>
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<br /></div>
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Come prima cosa tagliare a pezzi il petto di pollo e affettare grossolanamente la cipolla. In un recipiente ammorbidire la mollica di pane con un po' di latte e versare tutto nel mixer insieme alla senape e alla salsa di soia. Salare con cautela, la soia è molto saporita! Tritare fino ad ottenere un impasto morbido e ben amalgamato. A parte preparare la pastella: stemperare in una ciotola la farina con il latte, aggiungere l'uovo e mescolare bene. Infine unire il lievito e un cucchiaio d'olio e aggiustare di sale. </div>
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Successivamente modellare le polpette. Io mi sono lasciata prendere la mano e ho realizzato dei veri crocchettoni di pollo, ma se volete fare dei veri nuggets dovrete dargli la tipica forma di goccia appiattita. </div>
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Una volta realizzate le crocchette, passarle prima nella pastella, poi nel pangrattato e infine nell'olio bollente di semi per la frittura. Scolare su carta assorbente e mangiare tiepidi. </div>
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La mostarda rende le crocchette quasi speziate, pungenti, ma allo stesso tempo dolci e morbide grazie alla mollica e al latte. Se non amate la cipolla vi consiglio di non tritarla, ma l'accostamento è davvero squisito!</div>
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Ho trovato buona anche la pastella che generalmente non uso per fritture come questa, limitandomi a una passata rapida nella farina, poi nell'uovo sbattuto e infine nel pangrattato. In questo caso, anche grazie al lievito, si avrà una panatura un po' più spessa ma ugualmente croccante e...vabbè, stavo per dire delicata ma mi sono fermata in tempo...</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrLdqsSrqKVO6E5D1JflR9B9ngaSUVfuD1T8u7RaaU_NubOdstMdRS0vn2o9DUj4xqI00OybHpbbF1-t0k8TLj2YygNa_USJwP8fnphJS3Zc1zO1M_h5QrGMS2waIjD1VW1xiNMuL1Chfh/s1600/Polpette+di+pollo+con+senape+e+cipolla+(tris).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrLdqsSrqKVO6E5D1JflR9B9ngaSUVfuD1T8u7RaaU_NubOdstMdRS0vn2o9DUj4xqI00OybHpbbF1-t0k8TLj2YygNa_USJwP8fnphJS3Zc1zO1M_h5QrGMS2waIjD1VW1xiNMuL1Chfh/s400/Polpette+di+pollo+con+senape+e+cipolla+(tris).jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-85482542684773979072013-01-04T13:21:00.003+01:002013-01-04T13:21:57.602+01:00Lebkuchen<div style="text-align: justify;">
L'idea era quella di preparare i biscotti speziati prima di natale e pubblicare la ricetta a ridosso delle feste, in modo che anche il mio blog potesse dare il suo contributo al luculliano banchetto allestito sul web. Invece sono arrivata come Cenerentola, ovvero con il mio solito ritardo proprio quando dalle ricette natalizie si è passati al sano riciclo di panettoni, lenticchie e cotechini. </div>
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<br /></div>
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Com'è nel mio stile, non ho prestato ascolto ai buoni consigli di nessuno e tra un lavoro in libreria per guadagnarmi un extra, i ripetuti viaggi in ospedale per coliche paterne e i regali natalizi ancora da comprare, mi sono dedicata all'antica arte del biscotto, che non è mai come uno se la immagina. Ovvero è stata per me una faticaccia e confesso di aver largamente rimpianto la possibilità di confezionare tortine piuttosto che dedicarmi alla pasticceria secca. Ma ormai ero determinata come una schiacciasassi, pronta a frantumare ogni indecisione o tentennamento di sorta. </div>
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<br /></div>
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Il post di oggi è dedicato quindi a uno dei biscotti natalizi per eccellenza conosciuto con molti nomi a seconda dei luoghi e delle tradizioni, ma che ovunque ha la peculiarità di essere speziato. </div>
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I Lebkuchen appartengono alla tradizione tedesca e sono rappresentativi delle festività natalizie di tutta la Germania e Austria, anche se per l'esattezza si tratta di una specialità della città di Norimberga. Il nome pare derivi dal latino <i>libum</i>, focaccia, o dall'antico termine <i>Leb-Honig </i>che ha a che fare con la presenza del miele nell'impasto. Tuttavia l'esatta etimologia rimane ancora incerta e il folklore locale ha associato il termine a significati più vicini al sentire popolare: <i>Leben</i> (vita) o <i>Leibspeise</i> (cibo preferito). Mi piace immaginare che un impasto ricco di spezie e miele abbia a che fare con il piacere e l'amore piuttosto che con la derivazione latina del termine...<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXDhfn2IJ8R6pNsNo3j0amVLMOnNO58AeIublE_p7vkYzfecDfes_k1e95cDhcIpfhBRFQ6Tag4NQFaiGj1xfXNpKnfFzh-6NZVXmVko-cGjXCJbUSr6qwmt7_xWuU43Tc3cl4cBh_E7HK/s1600/Lebukchen.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXDhfn2IJ8R6pNsNo3j0amVLMOnNO58AeIublE_p7vkYzfecDfes_k1e95cDhcIpfhBRFQ6Tag4NQFaiGj1xfXNpKnfFzh-6NZVXmVko-cGjXCJbUSr6qwmt7_xWuU43Tc3cl4cBh_E7HK/s320/Lebukchen.jpg" width="320" /></a></div>
Ho realizzato i miei biscotti con due tipi d'impasti diversi, ovvero con uno già pronto e con un altro realizzato da me. Vedete quella bella carta dorata nella prima foto? Si tratta dell'impasto originale arrivato direttamente dall'Austria, praticamente pronto per l'uso! Traducendo gli ingredienti sul retro della confezione ho appurato che la farina utilizzata per realizzare i biscotti è in realtà farina di segale, dettaglio che non sono riuscita a rintracciare in nessuna ricetta o variante dei Lebkuchen trovata sul web in lingua italiana. Ma non mi sono fermata qui. Con una confezione di spezie già miscelate (e arrivate insieme all'impasto dall'Austria!) ho deciso di preparare la mia versione casalinga di questi biscotti natalizi, decorandoli con una semplice glassa di zucchero. Dall'impasto pronto ho invece ricavato dei biscotti che ho guarnito con mandorle sgusciate e glassa colorata. Ma andiamo con ordine...<br />
<br />
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</div>
Il giorno prima ho manipolato l'impasto pronto aiutandomi con della farina. Ho aggiunto dello zucchero a velo e una volta amalgamato ho formato una palla che ho lasciato riposare per un giorno intero a temperatura ambiente. Mi era stato suggerito di aggiungere anche della cannella durante la manipolazione, ma assaggiandone un pezzetto mi sono resa conto che era già molto speziato e quindi ho saltato il passaggio. Il giorno successivo non ho fatto altro che stendere il mio impasto - che nel frattempo si era caricato di un profumo molto intenso - e con un bicchiere e un coltellino realizzare i biscotti che ho fatto cuocere in forno preriscaldato a 150° per circa 15 minuti. In cottura si sono gonfiati e induriti, non a caso si consiglia di prepararli con almeno una settimana di anticipo e conservarli in un contenitore ermetico in modo che si ammorbidiscano senza diventare gommosi. Il miele infatti li rende duri come certi biscotti nostrani impossibili da rompere con gli incisivi! </div>
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<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjavE99Ql9XfcqNKM67HfMBMcz3foFFwsZ4BcDPFFTLMZFeFkBKq0t25GDzdMD5fZNgNJ735yeC1Nk69B1Oug-HZATjKSnJ_xWqoKYislSVhK7ScUQpHpFnkAYeH9yo-ySOK4KAhHpCuwTw/s1600/Lebukchen3+.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjavE99Ql9XfcqNKM67HfMBMcz3foFFwsZ4BcDPFFTLMZFeFkBKq0t25GDzdMD5fZNgNJ735yeC1Nk69B1Oug-HZATjKSnJ_xWqoKYislSVhK7ScUQpHpFnkAYeH9yo-ySOK4KAhHpCuwTw/s400/Lebukchen3+.jpg" width="400" /></a></div>
Hanno un sapore decisamente speziato e forte, diverso da qualsiasi altro biscotto che io abbia mai mangiato. Risultato ben differente ho ottenuto con l'impasto preparato in casa e che alla fine mi sento di consigliare in quanto rimane più dolce, meno carico di sapori forti e, in un modo difficile da spiegare, anche più aromatico.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i><b>Ingredienti per circa 15 biscotti</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
125 gr di farina</div>
<div style="text-align: center;">
42 gr di burro</div>
<div style="text-align: center;">
85 gr di zucchero di canna</div>
<div style="text-align: center;">
100 gr di miele</div>
<div style="text-align: center;">
1/2 bustina di lievito</div>
<div style="text-align: center;">
1/2 cucchiaino di bicarbonato </div>
<div style="text-align: center;">
1 tuorlo</div>
<div style="text-align: center;">
1/2 cucchiaino per ciascuna delle seguenti spezie in polvere:</div>
<div style="text-align: center;">
chiodi di garofano, cannella, noce moscata, zenzero</div>
<div style="text-align: center;">
50 gr di noci tritate</div>
<div style="text-align: center;">
50 gr di mandorle tritate</div>
<div style="text-align: center;">
1 bustina di vanillina</div>
<div style="text-align: center;">
scorza di 1 arancia e 1 limone</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrKXt7-_o686a0IypHWl-sdVFKIFFp8XNrSwQduwPpLTH5G-bKU74w0BdKFSutASC3FaX5b-p-J6jAGPZzIjVHtpwJVO20uqUXVM2LIDWT-aPnvuJ7__dmuMgKsxMHwhMBAO_Im4qCEo3p/s1600/Lebukchen2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrKXt7-_o686a0IypHWl-sdVFKIFFp8XNrSwQduwPpLTH5G-bKU74w0BdKFSutASC3FaX5b-p-J6jAGPZzIjVHtpwJVO20uqUXVM2LIDWT-aPnvuJ7__dmuMgKsxMHwhMBAO_Im4qCEo3p/s400/Lebukchen2.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Mescolare in una terrina la frutta secca tritata, la farina, il lievito, il bicarbonato, la scorza d'arancia e limone e le spezie. A parte fate sciogliere lo zucchero di canna con il burro tagliato in piccoli pezzi e il miele. Una volta ottenuto un composto omogeneo e senza grumi, aggiungerlo all'impasto secco insieme al tuorlo d'uovo e amalgamare fino a ottenere un impasto morbido e omogeneo. Lasciar riposare per una giornata intera in modo che i sapori si bilancino e allo stesso tempo si ispessiscano. Il giorno successivo (o se si preferisce la sera stessa) stendere l'impasto e realizzare le forme che più si desiderano: cerchi, stelle, alberi o qualsiasi cosa richiami il Natale. Far cuocere in forno preriscaldato per circa 15 minuti a 150°-160°. Una volta raffreddati preparare la glassa nel modo seguente:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b>Ingredienti per la glassa</b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
80 gr di zucchero a velo</div>
<div style="text-align: justify;">
1 albume</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mescolare energicamente l'albume con lo zucchero a velo fino a ottenere un composto omogeneo e consistente. Aggiungere volendo del colorante naturale. A questo punto decorare i biscotti e lasciar indurire la glassa per qualche ora, facendo comunque attenzione a non sovrapporli. Eccoli qui in entrambe le versioni!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBS0A8p5hhxl-Jize3Pq3u7ppYHF3QjFEgVNEECTE5I9RqcitYgZz9qt5XEt3wuGKT9dCOIsi1TfgRL543yxlfiyKTWldn5o1HHH0rHlseDGi5Ic63p7VK2JG3HDQE3G5FuiSr3e9AUO9C/s1600/Lebukchen4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBS0A8p5hhxl-Jize3Pq3u7ppYHF3QjFEgVNEECTE5I9RqcitYgZz9qt5XEt3wuGKT9dCOIsi1TfgRL543yxlfiyKTWldn5o1HHH0rHlseDGi5Ic63p7VK2JG3HDQE3G5FuiSr3e9AUO9C/s400/Lebukchen4.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b> </b></i></div>
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-9343540939295108852012-12-15T16:56:00.000+01:002012-12-15T16:56:58.901+01:00Supa de orz de la Val de Fiemme<div style="text-align: justify;">
Solitamente supero il reparto libreria del supermercato a una velocità mediamente sostenuta, in parte perché ho sempre troppe pretese in fatto di letture, in parte perché ogni volta che rovisto alla ricerca dell'impossibile o del fortuito finisco per trascinare via il carrello chiedendomi cosa mi aspettassi di trovare. C'è però un giorno fortunato per tutto e se non per tutto almeno per qualche cosa. E così ho trovato il ricettario regionale che tanto andavo cercando da qualche tempo e finalmente l'ho acquistato.<br />
<br />
C'e qualcosa nel modo in cui si cucinava e in parte si cucina ancora, che mi appassiona fortemente. Voglio precisare: non credo che il meglio sia già passato, credo però (anzi, sono fermamente convinta) che la tradizione abbia un suo valore e che debba esistere uno spazio, oggi più che mai, in cui conservarla intatta. Io la vivo come un'urgenza interiore, un richiamo, un bisogno d'appartenenza. Mi sono avvicinata al mondo della cucina e del blog per amore del cibo, per svago, per mettere alla prova la mia <i>in</i>capacità di dedicarmi a qualcosa per più di dieci minuti e ho scoperto in questi mesi un gusto tutto nuovo che non conoscevo di me, un approccio al cibo tramandato e semplice che in sé non contiene tanto la promessa di qualcosa di nuovo, ma più che altro di qualcosa di antico ora riscoperto.<br />
E cosa mai sarà? Un pezzo di storia di tutti noi, credo.<br />
<br />
Ci sono piatti che si mangiano solo in alcune parti d'Italia, verdure o erbe che crescono solo in alcune terre. Ed è proprio questo aspetto recondito e remoto ciò che m'interessa maggiormente del cibo e della mia voglia di riscoprirlo.<br />
<br />
La Val di Fiemme si trova in Trentino, in una zona che si apre come un incanto di montagne, laghi, boschi e piccole cittadine sparse come presepi. Ne parlo come se ci fossi stata, in realtà associo l'immagine che ho di altre valli viste dall'alto che mi hanno lasciato più o meno tutte la sensazione di posata integrità. Sarà la montagna possente o la cima di alberi legnosi a farmi percepire la lentezza del mutamento, come se l'uomo fosse un abitante discreto e rispettoso. Mi piace pensare che in alcuni luoghi sia ancora così.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX60N2aOXVYIwKLW5H1GJLNan6QGdhz2v-GtQ_TyyAQSVolMldXNFJkKJL0ZZmu6htHFWwaAuHZM7SwpCueTa9MpCLDaDM2vikWAiTQn4173BDVyUHhdlpQZLRSxuW8KJWCSjSYWdVXkzy/s1600/Zuppa+di+orzo+e+fagioli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX60N2aOXVYIwKLW5H1GJLNan6QGdhz2v-GtQ_TyyAQSVolMldXNFJkKJL0ZZmu6htHFWwaAuHZM7SwpCueTa9MpCLDaDM2vikWAiTQn4173BDVyUHhdlpQZLRSxuW8KJWCSjSYWdVXkzy/s400/Zuppa+di+orzo+e+fagioli.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b> </b></div>
<div style="text-align: justify;">
200 gr di orzo perlato</div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr di pancetta affumicata (in una sola fetta)</div>
<div style="text-align: justify;">
50 gr di fagioli secchi</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 cipolla</div>
<div style="text-align: justify;">
1 costa di sedano </div>
<div style="text-align: justify;">
2 carote</div>
<div style="text-align: justify;">
1 patata</div>
<div style="text-align: justify;">
1 litro e 1/2 di brodo vegetale </div>
<div style="text-align: justify;">
sale </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La ricetta è una delle più tradizionali di questa regione e credo debba molto sia alla qualità dell'orzo che a quella della pancetta. Nella sua semplicità ha il sapore caratteristico dei luoghi freddi, grazie all'accostamento dell'affumicato con il sapore delicato del cereale.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'orzo, inoltre, è antico quasi quanto le cime innevate, alimento da sempre consumato dall'uomo e ricco di proprietà benefiche. Già Ippocrate, famoso medico greco, consigliava l'orzo a tutti i suoi pazienti e oggi dovremmo utilizzarlo spesso cercando di acquistare <i>l'orzo mondo</i>, che a differenza del perlato è integarle e quindi non raffinato. Le caratteristiche migliori, come spesso succede, sono in ciò che noi scartiamo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
L'uso dei legumi in questo piatto è facoltativo, ovvero esistono varianti senza i fagioli e in verità anche senza la carne, che viene sostituita dalle proteine del latte, facendo del piatto una delicatissima zuppa bianca.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di mia iniziativa ho aggiunto al soffritto un goccio di vino rosso per sfumare, non previsto dalla ricetta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il procedimento è semplicissimo, ma richiede i tempi di ammollo e cottura che sono la parte migliore di questo piatto. A dispetto di tutti i ricettari di <i>come si cucina in cinque minuti</i>, la zuppa è il piatto per eccellenza della lentezza, un regalo prezioso in un'epoca che va sempre di fretta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciare in ammollo dal giorno prima l'orzo e i fagioli secchi. Il giorno successivo preparare un trito di sedano, carota e cipolla. Affettare a parte la patata e ridurla a tocchetti. Nell'olio rosolare il trito insieme alla patata e alla cipolla tagliata sottile. Dopo qualche minuto aggiungere la pancetta tagliata a dadini e far soffriggere altri cinque minuti. Integrare l'orzo e i fagioli, mescolare con cura e versare 1 litro di brodo vegetale (o acqua tiepida) nella pentola. Salare e coprire. Raggiunto il bollore abbassare la fiamma e cuocere a fuoco medio per circa un'ora. La zuppa deve sobbollire lentamente fino a cottura. Aggiungere gradualmente l'acqua o il brodo affiché non si asciughi troppo e per regolare la consistenza a proprio gusto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il consiglio è quello di prepararla con un giorno di anticipo o la mattina per la sera. E' un piatto che deve riposare e insaporarsi lentamente. Con due fette di pane bruscato diventa un nutriente e caldo piatto unico contro il freddo e la malinconia. </div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-52550962108246283532012-12-11T20:28:00.002+01:002012-12-11T20:49:48.524+01:00Strudel con cavolo rosso e mele<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj82yWC_JDaukxw4FiCh6xwvNDBTnAGpG70s2E5iV7Mk3qXcVEAHI_YoCp8RZCk7OzgjrGmTgHLxem7KO26YliIgCl1pS_glBWivu0SvFZsdBkTGiihn_U-a2DQ-Es7IqYs1gNm_dL2XaNF/s1600/strudel+cavolo+e+mele.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj82yWC_JDaukxw4FiCh6xwvNDBTnAGpG70s2E5iV7Mk3qXcVEAHI_YoCp8RZCk7OzgjrGmTgHLxem7KO26YliIgCl1pS_glBWivu0SvFZsdBkTGiihn_U-a2DQ-Es7IqYs1gNm_dL2XaNF/s320/strudel+cavolo+e+mele.jpg" width="320" /></a></div>
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Sono in coda alla cassa del supermercato con il cavolo rosso nel carrello in attesa del mio turno, quando noto che la signora davanti a me è notevolemente interessata al mio acquisto, non fa che guardarlo. Sono quasi sul punto di chiederle se può suggerirmi una ricetta per cucinarlo, dal momento che per me è la prima volta. Invece mi anticipa lei domandandomi la stessa cosa perché - mi confessa - è sempre stata sul punto di comprarlo rinunciando ogni volta. Sorrido. Forse per l'inaspettato slancio di due sconosciute che si parlano alla cassa di un supermercato affollato. Forse per lo strano clima di confidenza che viene a crearsi nel giro di pochissimi minuti. O forse semplicemente perché sentirsi vicini alla gente a volte è questione di un attimo, basta superare quella scorza fatta di tante minuscole distanze e sfoderare un sorriso. Magari avremmo continuato a chiacchierare se avessimo avuto più tempo, ma le sue buste erano già piene mentre pagava il conto e mi salutava agitando la mano con la tacita promessa che un giorno - incontrandoci nuovamente per caso - ci saremmo scambiate la ricetta. Non posso che sperare che in qualche modo, tortuoso e magico, queste parole la raggiungano.</div>
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Il cavolo rosso, che poi a vederlo è di un bel viola acceso e sicuramente spicca tra le verdure invernali, deve il suo caratteristico colore a delle sostanze chiamate <i>antociani. </i>Anto che?<br />
Be', a ognuno il fardello di portare il proprio nome, tanto più che degli <i>antociani</i> non si parla spesso. Appartiene - come tutti i cavoli, cavoletti e simili - alla famiglia delle <i>crucifere</i> ma a dispetto del nome è invece uno degli alimenti-medicina più noti e usati fin dall'antichità. Originario dell'Asia e ancora oggi molto utilizzato nella cucina indiana e cinese, è anche protagonista della nostra dieta invernale. Come la maggior parte delle verdure, il cavolo mantiene le sue proprietà se consumato crudo e tende invece a perdere molti dei suoi benefici se cotto (soprattutto se ripassato) e accompagnato a piatti di carne o grassi animali. Il massimo sarebbe tagliarlo a striscioline e condirlo a insalata, magari unendolo ad altri ortaggi. Dal momento che la natura non fa mai nulla a casaccio, il cavolo è un ottimo preventivo per raffreddori, bronchiti, tonsilliti e tutto ciò che ha a che fare con le vie respiratorie, quindi perfetto per la stagione invernale portatrice di tutti questi acciacchi. Inoltre è consigliato a chi soffre di artrosi, gastriti, ulcere gastriche e coliti ulcerose, nonché contro acne, dermatosi e stitichezza. Insomma, in questi tempi di crisi potremmo tornare a vendere succo di cavolo in boccetta come una volta si faceva con le presunte medicine miracolose, solo che noi non saremmo additati per ciarlatani... </div>
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<b> Ingredienti: </b><br />
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<i>per l'impasto</i></div>
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300 gr di farina</div>
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60 gr di burro</div>
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1 cucchiaio di olio</div>
<div style="text-align: center;">
sale</div>
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acqua q.b.</div>
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<i> per il ripieno</i></div>
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<br /></div>
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<div style="text-align: center;">
1/2 cavolo rosso</div>
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2 mele<i> </i><b> </b></div>
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1/2 cipolla</div>
<div style="text-align: center;">
2 chiodi di garofano</div>
<div style="text-align: center;">
1 foglia di alloro</div>
<div style="text-align: center;">
1 cucchiaio di aceto di mele<br />
1 cucchiaio di zucchero di canna </div>
<div style="text-align: center;">
uvetta<br />
burro </div>
<div style="text-align: center;">
vino rosso </div>
<div style="text-align: center;">
sale</div>
<br />
La ricetta prevedeva la sfoglia ma io ho preferito preparare una sorta di brisée più leggera. Quindi prima di tutto dedicarsi all'impasto: versare la farina sul tavolo e al centro porre il burro a tocchetti, l'olio, un pizzico di sale e iniziare a lavorare con le mani. Quando il composto avrà assunto un aspetto sbriciolato, iniziare ad amalgamare acqua fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Far riposare in frigo.<br />
<br />
A parte pulire e tagliare a striscioline il cavolo, sbucciare e tagliare a dadini le mele. Porre queste ultime in un tegame insieme alla cipolla tagliata finemente e il burro, far rosolare fino ad appassirle. A questo punto aggiungere il cavolo, cuocere qualche minuto a fuoco vivace e sfumare con un po' di vino rosso.<br />
In un'altra padella caramellare lo zucchero con l'aceto di mele e trasferirlo nel tegame con il cavolo. Aggiungere le spezie, l'uvetta, il sale e se necessario un po' d'acqua. Portare a cottura. <br />
<br />
Stendere l'impasto su un foglio di carta da forno cercando di tirarlo molto sottile e adagiarvi all'interno il ripieno di cavolo e mele lasciando un margine di circa 1 cm per lato. Eliminate l'alloro e i chiodi di garofano! Aiutandovi con la carta, formate un rotolo e ponetelo in una teglia da forno. E' necessario che la pasta sia tirata finemente perché la parte interna tenderà a rimanere molto umida a causa dell'impasto e se non è abbastanza sottile corre il rischio di non cuocersi. Spennellate con un tuorlo d'uovo e fate cuocere in forno preriscaldato per circa 20-25 minuti a 180° ventilato.<br />
<br />
Si tratta di un piatto molto dolce, smorzato in parte dalla brisée croccante. Il cavolo rosso si sposa molto bene con le mele proprio per il suo sapore dolciastro che lo rende adatto anche a stufati accompagnati da questo frutto. Ha un sapore forse insolito, ma io credo che di questi tempi un po' di dolcezza non guasti mai, soprattutto se come me dovete combattere ogni giorno con un carattere dalle spiccate note acidule! </div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-56181524948918418882012-12-04T17:57:00.001+01:002012-12-04T18:09:52.894+01:00Chili con carne e fagioli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAXbwfS9oSzW7Khn-2RLwEpP7daOGUcY1jXsU8GiDQiEaH6MKWTRCQQznFMf5NkgE1JR_1KADDWZg3s8ElP6wBLAzvaeayCEz2Uyn8Cv16BWvjZU4BG3z9SriT2RhJubaqs4oMg8Gmy5Vw/s1600/chili+con+carne+e+fagioli.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAXbwfS9oSzW7Khn-2RLwEpP7daOGUcY1jXsU8GiDQiEaH6MKWTRCQQznFMf5NkgE1JR_1KADDWZg3s8ElP6wBLAzvaeayCEz2Uyn8Cv16BWvjZU4BG3z9SriT2RhJubaqs4oMg8Gmy5Vw/s400/chili+con+carne+e+fagioli.png" width="297" /></a></div>
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Con la ricetta che propongo oggi per la <b><a href="http://cisnedefieltro.blogspot.it/p/ricette-dal-mondo.html">sezione dedicata ai viaggi immaginari nelle cucine di altri paesi</a></b>, ritorno nel mio tanto amato Messico. E lo faccio in una giornata di tramontana, la prima forse della stagione che inaugura finalmente il periodo inverale e anticipa quello ormai prossimo delle festività natalizie. Sebbene il chili nasca in una terra arroventata dal sole, non posso fare a meno di pensare a quanto sia perfetto in una giornata di freddo.</div>
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Come tutte le ricette, anche quella del chili ha la sua storia che nel tempo si è arricchita di racconti e sapori ormai strettamente legati gli uni agli altri. Sembra che la prima prova documentata dell'esistenza di questo piatto risalga al 2 Settembre 1519, proprio agli inizi della conquista spagnola in terra Atzeca.<br />
Il principale cronista di quegli avvenimenti, l'eploratore Bernal Díaz del Castillo che scrisse la <i>Historia Verdadera de la Conquista de la Nueva España</i>, racconta che gli alleati degli Atzechi, certi della loro vittoria contro uno sparuto numero di uomini, avevano già allestito dal giorno prima i grossi calderoni in cui preparare il loro pasto vittorioso. Il banchetto consisteva in pomodori, sale e chili.<br />
La carne sarebbe stata loro fornita dagli uomini sconfitti in battaglia: carne umana fresca, fresca. Che questo aneddoto sia vero o meno, è risaputo che gli Aztechi praticassero il cannibalismo per fini religiosi e credo sia indelebile nella memoria di ciascuno il cruento sacrificio a cui gli sconfitti erano sottoposti una volta catturati. Pare che gli spagnoli abbiano trovato altari grondanti sangue e ornati di cuori umani che i gran sacerdoti facevano bollire e presumibilmente mangiavano. Quale sia l'origine di una pratica così feroce senza eguali nella storia della civiltà umana, resta ancora un mistero. Gli Spagnoli in confronto erano dei dilettanti, nonostante tutti gli orrori di cui si sono macchiati durante e dopo la Conquista.<br />
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Il Chili è diventato nel tempo il piatto tradizionale delle terre di confine, come il Texas (che nel 1821 divenne parte effettiva del Messico indipendente e che successivamente fu annesso agli Stati Uniti dall'Occhio Lungo) a cui dobbiamo l'aggiunta dei caratteristici fagioli.<br />
La questione del "quanto i fagioli appartengano o meno al chili" è ancora controversa, ma di sicuro sono stati aggiunti o in alcuni casi sostituiti alla carne per il loro alto valore proteico: non tutti potevano permettersi infatti del nutriente manzo. Il Texas è conosciuto per le famose <i>chili queens</i>, donne abbigliate alla messicana che cucinavano chili per la strada e lo vendevano ai passanti. Tuttavia nella prima metà del Novecento furono applicate severe restrizioni alle <i>chili queens</i>, che dovettero uniformarsi alle nuove regolamentazioni sanitarie vigenti nei normali ristoranti. Molte chiusero e ben presto scomparvero del tutto, insieme alla pratica dello <i>street chili</i> ormai parte di un certo tipo di cultura.<br />
Un vero peccato, anche se probabilmente oggi sarebbero state trasformate in macchine per fare soldi, come spesso avviene in quella terra che è il set cinematografico più grande del mondo. E il Texas non è stato certo da meno, immortalato in un famoso film il cui titolo gli rende senz'altro giustizia: Il Gigante.<br />
<br />
Come la maggior parte dei piatti poveri, realizzati con quel che offre la terra e il clima, il chili non è di difficile realizzazione e somiglia a diversi piatti di altre culture. A renderlo particolare è l'uso di spezie e odori e la qualità delle materie prime utilizzate. Rovistando in libreria alla ricerca di piatti sudamericani (anche se il Messico è centroamerica il mio cuore lo relega nel sud del mondo...) ho trovato un libricino che avrei dovuto cogliere al volo e invece ho lasciato sullo scaffale. Sfogliandolo sono subito andata a cercare la ricetta del chili, comparandola con le diverse versioni già trovate sul web. Ebbene, invece del classico brodo di carne la ricetta aggiunge della tequila o in alternativa dell'acqua. Ingrediente degli ingredienti, la scorza d'arancia. Ho cercato altre informazioni sull'utilizzo dell'agrume ma senza risultati. Un motivo in più per diffondere una versione con un sapore in più...<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLjqtw47oMuTiGcQMsNBGexGTrKnjo18zIHpIDJEF1QN187ZV2ZkZNp64Uv2jAbD1DyL8xZRADM9rw6fRS-u_OoZiACORPIvrzGxcbV6TlWhgPphGxasvvs-j1adPbLLZXxVf5rD45m9UO/s1600/chili+con+carne+e+fagioli+2.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLjqtw47oMuTiGcQMsNBGexGTrKnjo18zIHpIDJEF1QN187ZV2ZkZNp64Uv2jAbD1DyL8xZRADM9rw6fRS-u_OoZiACORPIvrzGxcbV6TlWhgPphGxasvvs-j1adPbLLZXxVf5rD45m9UO/s400/chili+con+carne+e+fagioli+2.png" width="400" /></a></div>
<b>Ingredienti (4 persone):</b><br />
<b><br /></b>
600 gr di manzo macinato grosso con due salsicce<br />
1 lattina di pelati (circa 500 gr)<br />
1 cipolla<br />
2 spicchi d'aglio<br />
peperoncino fresco o in polvere<br />
scorza di 1/2 arancia<br />
origano fresco<br />
zucchero<br />
cumino<br />
fagioli neri messicani<br />
olio<br />
sale<br />
<br />
Ho comprato i fagioli secchi in un negozio indiano. Vi consiglio di cercarli sfusi in negozi analoghi perché costano di meno e...sono anche belli da vedere. Come operazione preliminare, da farsi anche il giorno prima, lessare i fagioli portandoli quasi a cottura. Scolare e tenere da parte.<br />
<br />
In un tegame capiente rosolare la cipolla con gli spicchi d'aglio, il peperoncino (la quantità dipende dalla vostra tolleranza al piccante!), le foglie di origano tritate e i semi di cumino grossolanamente pestati nel mortaio. Non lesinate con la spezia, come nel gulash rende il piatto veramente speciale.<br />
Quando la cipolla inizia a imbondire, aggiungere la carne macinata e rosolare per qualche minuto. Unire infine il pomodoro tagliato in pezzi, cospargere con un cucchiaino di zucchero e con il sugo nel quale è immerso. Continuare fino quasi a cottura aggiungendo acqua quando necessario per evitare che si asciughi troppo. Dieci minuti prima della fine unire i fagioli, la scorza dell'arancia e ultimare la cottura.<br />
<br />
Il miglior accostamento sarebbe con del pane di mais fatto in casa (il <i>corn bread</i>), ma io ho optato per un più prosaico riso in bianco, rigorosamente basmati e lessato solo con un po' di sale e uno spicchio di zenzero, come piace a me. Il riso raccoglie il condimento che è una bellezza e sostituisce il pane senza nulla togliere al piatto.<br />
<br />
Non so dove mi porteranno i prossimi viaggi culinari, sappiate che ho ricevuto da poco in regalo un libro di ricette indiane e non vedo l'ora di saturare la casa di spezie... </div>
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Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-73476422691780168422012-11-24T19:20:00.000+01:002012-11-25T07:59:06.248+01:00Sarde imbottite a modo mio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyrOdqG1Q4slv2EI3w81-SfJEOV1GPIh8Ojkk00yMZsEGXxb-yjFHWRYJDRHUAVLCvRWRT97VjHIDLEx7UQ_IQRa75AmqnmtO4dku7c0iYSfkl18xjyD7ePHH4nmuS6zgickacXsMXnNTe/s1600/sarde+al+forno.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyrOdqG1Q4slv2EI3w81-SfJEOV1GPIh8Ojkk00yMZsEGXxb-yjFHWRYJDRHUAVLCvRWRT97VjHIDLEx7UQ_IQRa75AmqnmtO4dku7c0iYSfkl18xjyD7ePHH4nmuS6zgickacXsMXnNTe/s400/sarde+al+forno.png" width="297" /></a></div>
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Ogni tanto ripenso alla bella Sicilia e quando lo faccio mi nasce un insano desiderio di viaggio. Come quello di due anni fa insieme a mio padre, soli soletti per quattro giorni di cui due trascorsi in tansito lungo mezza Italia.</div>
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Partiti da Roma in macchina nel primo pomeriggio con destinazione Napoli, siamo arrivati al porto qualche ora prima del tramonto. Ero emozionata perché per la prima volta salivo su un traghetto. Un po' sgangherato in verità e con quell'odore di nafta che accompagnava ogni rollio della barca, impedendo all'orizzonte di stare fermo.<br />
E poi partire di sera, con una Napoli luccicante riflessa nel porto e vedere la costa allontanarsi immobile; sentirsi in uno strano movimento interiore, fatto di distacco e attesa ma anche di grato raccoglimento.</div>
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...Lasciare la terra via mare è una sensazione d'altri tempi. </div>
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Catania è una città bellissima in cui si ha l'impressione che da ogni angolo di strada sia possibile scorgere la cima dell'Etna. La montagna è sempre lì, simbolo vivo della città, orlata di bianco anche in primavera. Nonostante il travaglio che in quel periodo mi portavo dentro, mi sono sentita accolta ed ospitata. In verità quel viaggio ha marcato da allora un <i>prima</i> e un <i>dopo</i>, come spesso succede con i viaggi e con tutte le distanze che prevedono un ritorno. Il <i>dopo</i> è ancora in transito, traghettato su un mare molto più vasto da cui però vedo sempre - in lontananza - scintillare la città. </div>
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<br /></div>
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Se dovessi chiudere gli occhi e ripensare a questo viaggio con il senso del palato, direi che ha il sapore forte e dolciastro della sarda, così vicino a una certa cucina d'Oriente che nella Sicilia di oggi è ancora fortemente riconoscibile. </div>
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La sarda a beccafico è una ricetta tipicamente siciliana e viene preparata in almeno due varianti, la palermitana e la catanese. Vogliano perdonarmi i siciliani tutti se oggi propongo la mia personale versione di un piatto che non ha bisogno di rivisitazioni di alcun genere. </div>
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Ho scoperto, nel mio solito curiosare, che il piatto prende il nome da una prelibata pietanza di un'epoca passata il cui ingrediente principale era appunto il beccafico, ovvero un uccelletto particolarmente noto per essere ghiotto del frutto zuccherino. Si trattava ovviamente di una pietanza aristocratica e pare venisse servita a tavola con la coda all'insù, in modo che i commensali potessero afferrare il beccafico dalla sua estremità e sbocconcellarlo come oggi potremmo fare con una coscia di quaglia. Non so se in seguito la sarda sostituì il beccafico nella sua versione popolare o se semplicemente la posa di questo pesce azzurro ricorda quella dell'uccelletto sul piatto di portata, fatto sta che prese il suo nome e oggi è da tutti conosciuta e apprezzata così.</div>
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La mia sarda imbottita è un incrocio tra le due note versioni. La catanese si distingue per l'imbottitura preparata con l'uovo e l'immancabile frittura, mentre la palermitana è preparata con una sola sarda chiusa a involtino e cotta in forno con foglie di alloro. Immancabile in entrambe l'uvetta che a parer mio rende questo piatto veramente caratteristico. </div>
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<b> </b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8h7yczTwRZclYMrdrIFl2YgUU7JkIcR0WJ81EU2fRGfpuAflQS-243gyn2QFxBPxKX_W5YJ7di-P9JvXufna-ap5tQu5wcyq01uiwUbshOoVxXqwx08PDbZapJZkVzNdnXb51kyhPruRT/s1600/sarde+al+forno+2.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8h7yczTwRZclYMrdrIFl2YgUU7JkIcR0WJ81EU2fRGfpuAflQS-243gyn2QFxBPxKX_W5YJ7di-P9JvXufna-ap5tQu5wcyq01uiwUbshOoVxXqwx08PDbZapJZkVzNdnXb51kyhPruRT/s400/sarde+al+forno+2.png" width="400" /></a></div>
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<b>Ingredienti: </b></div>
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<br /></div>
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500 gr di sarde fresche</div>
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uvetta</div>
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basilico</div>
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aglio</div>
<div style="text-align: justify;">
semi di coriandolo</div>
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pecorino</div>
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sale</div>
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olio </div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 limone </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Come sempre non è possibile fare affidamento sulle mie quantità, perché vado spesso a occhio, ovvero a "manciate". Piccola e doverosa premessa: l'erba aromatica universalmente usata per questa ricetta è il prezzemolo. Non avendolo a disposizione fresco, ho ripiegato sul basilico (sappiate che una volta cotto, sia il prezzemolo che il basilico non fanno la differenza...). Inoltre non ho tritato l'aglio ma l'ho aggiunto a spicchi nella teglia in modo da non masticarlo. Infine ho sostituito il pepe con i semi di coriandolo, che lo ricordano alla lontana ma hanno un sapore più speziato.<br />
Avevo anticipato che sarebbe stato a modo mio, no? </div>
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<br /></div>
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La preparazione di questo piatto richiede tanta sana pazienza e magari qualcuno con cui fare quattro chiacchiere durante la pulizia del pesce. Soprattutto se come me non avete nessuna predisposizione ai lavori manuali, compresa la spinatura. Non vi darò suggerimenti su come pulire le sarde, io ho cercato di seguire corsi accelerati su Youtube, ma ho finito per adottare un sistema diverso ad ogni tentativo. Evviva la creatività, detta anche arte di arrangiarsi. Comunque, dopo aver spinato e sciacquato il pesce avendo cura di aprirlo a libro senza dividere le due metà, il piatto è praticamente pronto. Ho preparato infatti in pochissimi minuti la mia imbottitura con il pangrattato, l'uvetta (vi consiglio anche i pinoli), pecorino grattugiato, basilico tritato, sale e olio a filo. Ho mescolato fino a quando il composto non è diventato mollicoso per la presenza di olio - ma senza esagerare, non deve essere intriso. A questo punto preparare la teglia (io con carta da forno, per non rinunciare alla praticità) ponendo in fila le sarde con l'interno verso l'alto. Riempirle con il preparato - un mucchietto su ciascuna - e adagiarvi sopra le altre sarde a coprire. Pestare i semi di coriandolo e cospargerli sulle sarde imbottite insieme a dell'altro preparato. Salare leggermente e irrorare con un po' d'olio e succo di mezzo limone. Cospargere con spicchi di aglio sbucciati. Infornare e cuocere a forno caldo per circa 20-25 minuti.</div>
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Alcuni ricordi di viaggio...</div>
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<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjmT26CZQNPDPiaf_QBG-M40IcHKCczNt1LROrkbkZZViOMH-rIXB1F9tl9W5ryV5pwnSa4RNs7q1S92FtxOBT_HIWPLWaGdhiwaraTvq2zJ1qD-giQi49UM8ngtSm7G3F3_gKXsoumDvA/s1600/sicilia2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjmT26CZQNPDPiaf_QBG-M40IcHKCczNt1LROrkbkZZViOMH-rIXB1F9tl9W5ryV5pwnSa4RNs7q1S92FtxOBT_HIWPLWaGdhiwaraTvq2zJ1qD-giQi49UM8ngtSm7G3F3_gKXsoumDvA/s400/sicilia2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Etna all'alba dal traghetto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgty872Rgaht3N0i35wLmFZe9uX2VMS_66vuSmR3IXI10GayQStrNfkepvLNoiGUMRoiSGD1Rwy7i_rvf4_YS1iEnRrVWLz8s5E6xfMVseXU_ZvJqpj6_qZ7UBiVjB451fr34ULpd063OZU/s1600/sicilia3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgty872Rgaht3N0i35wLmFZe9uX2VMS_66vuSmR3IXI10GayQStrNfkepvLNoiGUMRoiSGD1Rwy7i_rvf4_YS1iEnRrVWLz8s5E6xfMVseXU_ZvJqpj6_qZ7UBiVjB451fr34ULpd063OZU/s400/sicilia3.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Isola Bella (Taormina)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWi790Ij9vvDosUAB2OVKIyOANv6pE62vlaU5PIBXKnAW9KQPKz5Lt_L1gHvv5gQi6t5tpGmRNhBgaWyweXgoiPy_A7oWR1frMNw69E0_wVm5XZVwhvyAuy2Frqh79tvh9iQ5Rc763scYK/s1600/sicilia4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWi790Ij9vvDosUAB2OVKIyOANv6pE62vlaU5PIBXKnAW9KQPKz5Lt_L1gHvv5gQi6t5tpGmRNhBgaWyweXgoiPy_A7oWR1frMNw69E0_wVm5XZVwhvyAuy2Frqh79tvh9iQ5Rc763scYK/s400/sicilia4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>u Liotru - </i>L'elefante simbolo antico della città</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZXN-TfjN4b-eQHRHxiZmheAQpsiKLxN6PsKDukdohVMHtMAKaT9XVtaHVPIVbKdEUjhbPrhCX1NeW6NdkX9seeW9CcHPYC_vRw079YRm1bLBUmNgKU_nRM178ipE6FEky8KEQDtIzJQzN/s1600/sicilia6.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZXN-TfjN4b-eQHRHxiZmheAQpsiKLxN6PsKDukdohVMHtMAKaT9XVtaHVPIVbKdEUjhbPrhCX1NeW6NdkX9seeW9CcHPYC_vRw079YRm1bLBUmNgKU_nRM178ipE6FEky8KEQDtIzJQzN/s400/sicilia6.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Facoltà di Lettere e Filosofia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-68091154933267840862012-11-15T18:22:00.001+01:002012-11-15T18:26:16.274+01:00Apple pie per il mio compleanno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlQRyTWF6HpTD9tiOuExkYJB-yU8l7FY9J_HnFkEDv5bUxwmY4RDfKqy7qg4xJWhI6ZAT-XvaECiIfSbMaOj4SgALzIDHgfmXIcTP-gFAIrp33yJzj2KH7F9A0US_ZQksN07_O-BErBZaq/s1600/apple+pie.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlQRyTWF6HpTD9tiOuExkYJB-yU8l7FY9J_HnFkEDv5bUxwmY4RDfKqy7qg4xJWhI6ZAT-XvaECiIfSbMaOj4SgALzIDHgfmXIcTP-gFAIrp33yJzj2KH7F9A0US_ZQksN07_O-BErBZaq/s400/apple+pie.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Inghilterra, fine 1300. Sebbene gli Americani abbiano fatto di questa torta il simbolo culinario della Nazione (seconda forse soltanto agli hot dog), la Apple pie è in realtà inglese tanto quanto il celebre pudding. La ricetta originale dei tempi di Chaucer è simile alla versione che conosciamo oggi ma l'impasto veniva realizzato senza l'aggiunta di zucchero. Non solo perché a quei tempi lo zucchero era un prodotto proveniente dall'Oriente e quindi non ancora di larga diffusione a causa del costo elevato, ma anche perché a dolcificare ci pensava il ricco ripieno di fichi, uvetta, mele e l'immancabile aggiunta di spezie. Lo zafferano dava un tocco finale al ripieno. Niente male per una torta del Medioevo...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono oggi diverse versioni del dolce: una tedesca, molto simile a quella maggiormente diffusa; una svedese, il cui impasto è composto dalle mele invece che dalla farina e una francese, nella variante della Tarte Tatin. </div>
<div style="text-align: justify;">
La Apple pie approda in America insieme alle colonie e lì si stabilisce definitivamente. Sebbene il termine <i>pie </i>faccia venire in mente qualcosa di dolce, i primi coloni usavano preparare torte salate farcite di carne e ancora oggi in Inghilterra il termine è solo di accompagnamento al ripieno: dalla <i>onion pie </i>alla <i>meat pie </i>c'è tutto un mondo di farciture contenuto in uno scrigno di pasta delicata. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La ricetta per la sezione Ricette dal Mondo non poteva che essere oggi un altro dolce. Ieri ho infatti festeggiato il mio trentunesimo compleanno, anche se in verità il pranzo ufficioso ha avuto luogo una settimana fa, mentre quello ufficiale è in programma per questa domenica - e cucina mamma! Intanto mi sono voluta regalare un dolce intonato alla stagione e all'umore, delicato e speziato come piace a me. Il giusto accompagnamento sarebbe stato <i>a la Mode</i>, ovvero con del gelato (anche se si usa accompagnarlo non di rado con una bella fetta di cheddar!) o in alternativa con della panna. Io l'ho proposto nudo e crudo come il forno l'ha fatto e me lo sono gustato nei due giorni successivi con un una bella tisana alla cannella. Nulla da invidiare al formaggio, secondo me.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeOCmYxAuiJq0j96lqDiQKdSgK4VoXnT5KOKC9nELYb64kARKSfAForxSz9poDTtx12qWhXOFBmOtNF56CBjdshxRYYKuB9Od46R4XocYA2es3b3qX4cohnfW0kJ0hyphenhyphenduUgZuPVR5yOQ3P/s1600/apple+pie+3.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeOCmYxAuiJq0j96lqDiQKdSgK4VoXnT5KOKC9nELYb64kARKSfAForxSz9poDTtx12qWhXOFBmOtNF56CBjdshxRYYKuB9Od46R4XocYA2es3b3qX4cohnfW0kJ0hyphenhyphenduUgZuPVR5yOQ3P/s400/apple+pie+3.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>per l'impasto</i></u></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
300 gr di farina</div>
<div style="text-align: justify;">
150 gr di burro</div>
<div style="text-align: justify;">
60 ml di acqua ghiacciata</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<u><i>per il ripieno</i></u></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr di zucchero</div>
<div style="text-align: justify;">
3 mele grandi</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 cucchiaino di cannella</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 limone (scorza e succo)</div>
<div style="text-align: justify;">
noce moscata</div>
<div style="text-align: justify;">
uvetta </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
latte per spennellare</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho preferito in verità non caricare troppo con il ripieno, invece vi consiglio di usare almeno 4-5 mele se la volete bella erta. C'è anche da dire che io ho utilizzato una tortiera leggermente più piccola di quella classica che uso in genere per la crostata e quindi mi sono tenuta "bassa". Invece avrei potuto tranquillamente osare di più...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Preparare l'impasto mescolando in un recipiente la farina e il burro spezzettato. Aggiungere l'acqua ghiacciata in due volte e continuare a mescolare fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Riporre in frigo per una mezzora. Intanto sbucciare e tagliare le mele a fettine non troppo sottili, unire la scorza e il succo di mezzo limone (uno se è di piccole dimensioni), una grattugiata di noce moscata, lo zucchero, una manciata di uvetta e mezzo cucchiaino di cannella. A seconda del vostro palato potete anche aumentare le dosi della spezia, io preferisco non sovraccaricare dal momento che è abbastanza forte e tende a coprire gli altri sapori. Invece mi piace molto sentire la mela esaltata dalla cannella. Lo zucchero e il succo di limone creano poi a fine cottura una sorta di cremina liquida che fuoriesce alla prima fetta e rende questo dolce semplicissimo di una bontà assoluta. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dividere l'impasto in due parti e stenderlo con il mattarello. Coprire la teglia con della carta da forno, posizionare la prima sfoglia, farcirla con il composto di mele e chiudere con il coperchio. Spennellare con del latte o se preferite con dell'uovo.<br />
Con l'avanzo del bordo creare a piacimento delle decorazioni - magari migliori delle mie che a manipolazione impasti sono penultima soltanto al pongo - e infornare a forno caldo a 180° i primi dieci minuti e a 160° i restanti venti. Questo sempre a seconda del vostro forno, io con il mio mi tengo a temperature medie per la cottura dei dolci perché mi brucia tutto in un lampo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sfornare e mangiare possibilmete tiepida, è ancora più buona!<b> </b></div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-5710428537339684412012-11-08T15:54:00.000+01:002012-11-08T20:05:37.624+01:00Rösti di patate e porri al curry<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTpu-4LBjQgxp6vrnPNX4xCp3AVbY1xOYVaNGfv7tKHSK7NupnJ8pSGIDfCsuyhmTVHnflLbzZV5eIICmWe84NiIrVPCI0TXWZasHVuaPn-coxgj94AIgaCDcqDQ39H8n81eN5_mlzaBPp/s1600/Rosti+di+patate%252C+porro+e+curry.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTpu-4LBjQgxp6vrnPNX4xCp3AVbY1xOYVaNGfv7tKHSK7NupnJ8pSGIDfCsuyhmTVHnflLbzZV5eIICmWe84NiIrVPCI0TXWZasHVuaPn-coxgj94AIgaCDcqDQ39H8n81eN5_mlzaBPp/s400/Rosti+di+patate%252C+porro+e+curry.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Rösti è una ricetta della cucina Svizzera ma
la si ritrova "ovviamente" in diversi luoghi montani. Patate che
sfrigolano nel burro fanno venire in mente senza dubbio luoghi freddi e
alpini e magari anche un caminetto acceso e tanto altro cibo calorico a
fare da accompagnamento. La mia stagione è decisamente l'inverno, non
c'è niente da fare. O forse amo molto i cambi di stagione, che essendo
una rarità di questi tempi di allarmante riscaldamento globale, cerco di
godermi fino all'ultimo giorno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Complice anche la mia rinnovata fiducia nel
futuro - come un lavoro può cambiare la prospettiva delle cose - in
questo periodo sto riempiendo le mie giornate di tante piccole cose:
un'amicizia ritrovata, la voglia di tornare a studiare, un corso
d'inglese, tante tante ricette, libri impilati sul comodino, una
bicicletta rossa tornata come nuova...e, chissà, un corso di cucina che
ogni anno rimando pensando di non essere "pronta" e la convinzione -
alla fine di tutto - che non si è mai pronti per nulla ma che
soprattutto non c'è bisogno di esserlo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho servito il mio rösti come antipasto anche se tradizionalmente è un contorno da servire accompagnato da carne o verdura. La mia versione è presa da un libro di ricette vegetariane ed ha una nota speziata data dal curry.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
600 gr di patate</div>
<div style="text-align: justify;">
1 porro</div>
<div style="text-align: justify;">
2 cucchiai di curry</div>
<div style="text-align: justify;">
burro</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
olio</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lessare le patate al punto che infilzandole con una forchetta risultino tenere ma ancora consistenti. Sbucciarle e grattugiarle (io le ho schiacciate ma voi non fatelo, il vero rosti vuole le patate grattugiate!) raccogliendo il composto in una terrina. Aggiungere il porro tagliato sottilmente a rondelle (e privato della parte verde), salare e aggiungere il curry. Amalgamare bene e intanto sciogliere un quadretto di burro in padella, distribuirvi uniformemente il composto di patate lavorato e schiacciarlo bene con una paletta di legno. Quando inizierà a formarsi una crosticina, girate il composto dall'altro lato e fate cuocere altri dieci minuti. Sformare su un piatto da portate e servire anche dopo qualche ora: a temperatura ambiente è ancora più buono.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-14135837955777845922012-11-05T15:48:00.001+01:002012-11-05T18:46:05.488+01:00Halva al cocco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFI4XbW_xmLNSgeP6A9t2J-CgghL7FH9hiEXYDbKIVD9Ldrjp-FbAgMraFu-drrehXX-Ii7NtIdD8Sp3ECMe9LUf9A9YXO104elQ22hirgJ4zttHgLW0h5wBFIiHWtM7KUrsRAdySB8ENM/s1600/halva+al+cocco.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFI4XbW_xmLNSgeP6A9t2J-CgghL7FH9hiEXYDbKIVD9Ldrjp-FbAgMraFu-drrehXX-Ii7NtIdD8Sp3ECMe9LUf9A9YXO104elQ22hirgJ4zttHgLW0h5wBFIiHWtM7KUrsRAdySB8ENM/s400/halva+al+cocco.png" width="297" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Per la sezione <b><a href="http://cisnedefieltro.blogspot.it/p/ricette-dal-mondo.html">Ricette dal mondo</a></b>, propongo oggi un dolce molto diffuso in diversi paesi ma che pare sia originario dei paesi arabi. Nella lingua araba <i>halva </i>vuol dire proprio <i>dolce</i> e caratterizza quelle varietà a base di pasta di semola. Come spesso succede, le richerche sul web mi hanno portata un po' ovunque e sto imparando a capire che i confini dei sapori sono molto labili. Ci troviamo comunque in Medio Oriente, in quella zona che va dal Pakistan alla Turchia, passando per Iran, Iraq e Paesi del Sud Arabia. Ritroviamo l'halva anche nella cucina israeliana e indiana, africana e greca. Non sorprende, poiché sono state diverse le contaminazioni tra questi paesi e qualcosa - più che andare perduto - si è immancabilmente integrato. Si tratta di un dolce semplice, arricchito a seconda delle tradizioni da cocco, pistacchi, arancia ma anche vaniglia e cioccolato. La versione che propongo oggi arriva dal blog di <b><a href="http://dolciagogo.blogspot.it/2010/03/forse-non-avete-mai-sentito-parlare-di.html">Dolci a go go</a></b>, perché è la ricetta più simile all'halva che ho potuto mangiare una sera al ristorante indiano. Credevo all'inizio si trattasse di Barfi, dolcetto tipico indiano, ma questo non prevede la semola nell'impasto e io ricordavo bene che tra gli ingredienti ci fosse proprio il semolino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Difficile dire a quale paese io mi sia avvicinata di più, posso però assicurare che sono molto buoni e molto dolci, ideali con una bella tisana fumante o come sfizio di fine pasto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti (per uno stampo rettangolare di circa 22 cm):</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
150 gr di semolino<br />
50 gr di farina </div>
<div style="text-align: justify;">
180 ml di latte<br />
120 gr di burro<br />
150 gr di zucchero semolato</div>
<div style="text-align: justify;">
150 gr di zucchero di canna<br />
80 g di cocco disidratato<br />
1 cucchiaio di succo di limone<br />
1 cucchiaino di lievito per dolci<br />
1 cucchiaino di aroma naturale di vaniglia<b> </b></div>
<div style="text-align: justify;">
mandorle pelate</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Iniziare preparando lo sciroppo che andrà spennellato a fine preparazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Versare i 150 gr di zucchero semolato in un pentolino insieme a 150 ml di acqua e al succo del limone. Far bollire il composto mescolando per una decina di minuti, fino a quando non assumerà quell'aspetto trasparente e "sciropposo". Riporre in frigo e far raffreddare. </div>
<div style="text-align: justify;">
In un recipiente unire il burro fuso con lo zucchero di canna e lavorarlo con le fruste. Aggiungere a seguire tutti gli altri ingredienti (farina e lievito setacciati) e amalgamare con cura. Versare l'impasto in uno stampo rettangolare ricoperto con carta da forno (molto pratica al momento di estrarre il dolce) e cuocete a forno caldo per circa 30 minuti a temperatura medio/alta (170°/180°). Infine sfornare, irrorare con lo sciroppo freddo, guarnire con le mandorle sgusciate e incidere la caratteristica forma a rombo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quando gusto e semplicità s'incrociano è sempre difficile dire di no!<br />
Ma avete dato un'occhiata alla <b><a href="http://figliodelcammino.blogspot.it/2012/10/cosce-in-salsa-cubana.html">ricetta cubana di Kochab</a></b>? Io l'ho già messa in coda, devo assolutamente provarla! Non so da che parte del mondo decideremo di andare prossimamente, mi chiedo se possa azzardare qualche anticipazione. Ma si, azzardo. Grecia e Inghilterra? Niente di più distante si possa immaginare...</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-39290290514485527442012-10-31T18:47:00.000+01:002012-10-31T18:53:24.284+01:00Supplì veg al telefono, sognando lo Street Food<div style="text-align: justify;">
Cibo da strada, proprio lui. Ultimamente un mio pallino fisso che si ricollega alla voglia di incrociare sapori e odori dietro ogni angolo asfaltato. Una voglia che è cresciuta con trasmissioni girovaghe in cui dietro ogni angolo pare esserci davvero un chioschetto - a volte anche simpaticamente arrabbattato - in cui qualcuno si da da fare con pentole e tegami. Il tutto condito da un tipico crocchio di gente di ogni stampo: ragazzi, lavoratori, passanti e qualche turista che non si lascia intimidire. E io m'immagino sempre in giro per il mondo, sperduta in qualche viuzza di città o paese, catturata da un profumo come il personaggio di un fumetto. Sarà banale, trito e ritrito, ma per quanto raffinato possa essere un ristorante, non c'è cibo da strada che possa fargli concorrenza. Perché è lì che la gente mangia, è lì che s'incontrano i veri sapori. Magari un po' rustici, poco raffinati, ma autentici. Il cibo poi - pensateci - ha molto a che fare con l'odore che uno si porta addosso: spezie e condimenti restano nell'aria, a voltre traspirano dalla pelle, accompagnandoci. Se si torna da un viaggio e si profuma ancora di dopobarba o deodorante, forse qualcosa di speciale è mancato. </div>
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Ma poi ve lo viene a dire una che ha viaggiato solo con la fantasia. Anche se con la fantasia mi sono presa tante libertà, tutte da leccarsi le dita. </div>
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In Italia - e a Roma in particolare, la mia città - lo Street Food non ha aderito come in tanti altri paesi, soprattutto orientali. Si, abbiamo i nostri paninari, i nostri pizzettari a taglio, i nostri porchettari o venditori di specialità locali, ma quel modo tipico di cucinare <i>per la </i>strada, offrendo piccole prelibatezze o piatti fumanti di qualcosa da assaggiare assolutamente, da noi proprio non c'è. Il cotto e mangiato forse non appartiene alla nostra cultura o forse soltanto alla nostra epoca. Epoca in cui tutto deve essere segnato su un'etichetta che non legge nessuno (correggo: che leggono in pochi) e snaturato a tal punto da diventare quasi sintetico. Ci preoccupiamo tanto della provenienza di questo e quello ma alla fine la roba che finisce sulla nostra tavola resta un mistero. Chi manipola il cibo che mangiamo? Ci piace pensare che sia qualcuno con i guanti in lattice e la cuffietta di tela in testa. In ogni caso una tristezza. La cucina da strada - pur essendosi evoluta ed essendo diventata anche "raffinata" (vedi in America, in cui i moltissimi camioncini attrezzati per lo street food si sono specializzati in cucine sempre più elaborate - vuoi per la concorrenza o per l'intraprendenza delle nuove generazioni) - mantiene ancora un rapporto diretto, vicino a chi mangia. Spesso l'odore che cerchiamo è in una bancarella con un pentolone che ribolle di qualcosa di sconosciuto o dentro un panino farcito di salse piccanti o dietro l'angolo della strada, in cui mangiare diventa anche pretesto per avvicinarsi all'altro. </div>
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Sognando lo Street Food, io non esiterei a servire nel mio baracchino improvvisato dei supplì al telefono tipicamente romani. E per andare incontro alle esigenze di tutti, proporrei anche dei supplì vegetariani, come questi.</div>
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<b>Ingredienti per circa 8 supplì:</b></div>
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300 gr di riso da risotti</div>
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3 uova</div>
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1/2 cipolla </div>
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passata di pomodoro </div>
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sale</div>
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mozzarella</div>
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parmigiano </div>
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pangrattato </div>
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brodo vegetale</div>
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olio di semi</div>
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Piccola e doverosa digressione. Il supplì romano è di forma ovale, preparato originariamente con le rigaglie di pollo e comunemente con del semplice macinato. A differenza di arancini e simili, non contiene altri ingredienti oltre alla mozzarella che fondendosi crea il tipico filo a cui si deve la caratteristica del nome. </div>
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Qualsiasi altro preparato di riso, non è supplì. Quindi, anche il mio non si può considerare un autentico supplì romano ma sicuramente è un autentico supplì romano vegetariano, direttamente dalla cucina di casa mia.</div>
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Sembra che ognuno abbia la sua "dritta" per preparare un supplì veramente D.O.C. e se così non fosse mi dispiacerebbe. Avete notato che anche le ricette più semplici sono conosciute in molteplici varianti? La polpetta di riso non potrebbe fare eccezione. Quindi, c'è chi sostiene che la panatura debba farsi con uovo e pastella, chi cuoce il riso insieme al macinato, chi lo lessa a parte, chi...be', chi si assicura di assaggiare tutte le versioni e provare sulla sua pelle i molti modi in cui mangiare supplì! Io l'ho preparato così:</div>
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Lessare il riso nel brodo vegetale (non nel dado se possibile, ma in vero brodo in cui sbizzarirvi con ortaggi ed erbe a vostro piacimento) e scolarlo al dente. E' <u><b>importante</b></u> non stracuocere il riso che nella polpetta finirebbe per diventare un ammasso papposo, buono solo se avete perso tutti i denti. O se ancora dovete metterli, ma forse in quel caso il supplì non fa per voi. Il vero supplì romano si prepara invece come un risotto, ovvero aggiungendo brodo di carne man mano che cuoce. </div>
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In una padella soffriggere la cipolla tritata con l'olio, aggiungere la passata di pomodoro (ovviamente io sono andata ad occhio!), salare e portare a cottura aggiungendo solo un mestolo di brodo o acqua. </div>
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Quando il riso è al dente, scolarlo e amalgamarlo al sugo. Togliere dal fuoco e integrare le uova. Farlo raffreddare. E qui apro un'altra parentesi doverosa: è bene prepararsi con un po' di anticipo, in modo tale che il riso si raffreddi e compatti bene, altrimenti si rischia di avere un supplì slegato. Aggiungere il parmigiano e mescolare bene. Stendere il riso in un piatto bello grande e farlo raffreddare. Dopo qualche ora, lavorare il composto ottenuto formando la classica forma ovale e inserendo un dadino di mozzarella all'interno. Passare ciascun supplì nel pangrattato avendo premura di ricoprirlo a dovere. A questo punto friggere in abbondante olio di semi, servire caldo, spaccare a metà e far filare la mozzarella. </div>
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La tipica faccia da supplì è quella da ustione, che vi ho risparmiato. Vi consiglio solo di tenere le due metà con entrambe le mani o spariranno dal vostro piatto...</div>
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<b> </b><br />
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<b> </b></div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-68275094442784025982012-10-22T15:53:00.001+02:002012-10-22T15:54:16.906+02:00Guacamole<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDx6K4x24GgqDifB8RiZq4gNVdTwruaM81188dhSOjOzuvAMVVzhTsAh071RPYR7lSv6ypcPolnLDR-TTE8soEeIRWq2Z4r3es70RAlJ4cY8vIj400niVjgK7alkVe3N6qF1vYOaXznJ2W/s1600/Guacamole2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDx6K4x24GgqDifB8RiZq4gNVdTwruaM81188dhSOjOzuvAMVVzhTsAh071RPYR7lSv6ypcPolnLDR-TTE8soEeIRWq2Z4r3es70RAlJ4cY8vIj400niVjgK7alkVe3N6qF1vYOaXznJ2W/s400/Guacamole2.png" width="297" /></a></div>
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Destinazione Messico. Sarà per "colpa" di tutte le ultime letture a zonzo per questa terra di contrasti, vivacissima e povera, fiera e <i>polverosa</i>, ma la scelta per la ricetta settimanale dedicata alla categoria dell'altrove è ricaduta sulla famosa salsa azteca. Già, perché come al solito non ci siamo inventati niente, al massimo abbiamo arricchito di sapori qualcosa di antichissimo, reinventandolo. </div>
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Da informazioni raccolte un po' ovunque sul web, pare che gli antichi abitanti della Valle del Messico fossero soliti preparare il Guacamole (che vuol dire proprio salsa di avocado, dall'unione delle due parole <i>Ahuacatl </i>e <i>Molli</i>, un incrocio di spagnolo e antico dialetto azteco), semplicemente con il frutto ben maturo, il succo del lime e sale. Controversia sull'uso o meno del pepe, in quanto pare che il pepe nero fosse allora sconosciuto sebbene non escludo potesse esisterne una variante locale. Mi è riuscito difficile accertarmi sull'uso esatto degli ingredienti originali, soprattutto perché nel tempo la salsa si è arricchita di odori e spezie, adattandosi forse a successive contaminazioni o semplicemente alla voglia di cambiare e avvicinare il palato a sapori più piccanti. Tant'è che il peperoncino è diventato un "must" di questa salsa messicana, purché sia peperoncino jalapeños - piccantissimo! Il peperoncino che ho utilizzato io è invece "de casa mia", raccolto dall'orto e fatto seccare in cucina. Non è la stessa cosa, ma pur avendo girato diversi negozi etnici (dall'indiano all'africano) e avendo setacciato il reparto ortofrutticolo dei vicini supermercati, non sono riuscita a trovare 'sto benedetto jalapeños e ho dovuto mio malgrado ripiegare sul suo cugino italiano. </div>
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Perché - divagando un po' - il bello delle ricette dal mondo non è solo il cimentarsi con sapori nuovi e insoliti ma anche l'attenta e paziente ricerca degli ingredienti, quel prezioso <i>ficcare il naso</i> dentro negozi nei quali si è sempre pensato di dare un'occhiata e sentirsi - piacevolemente - stranieri in casa propria. Citando l'ultimo libro letto:</div>
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<i>Per certi viaggi non si parte mai quando si parte. Si parte prima. A volte molto prima.</i></div>
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<i>(Fulvio Ervas) </i></div>
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Io credo di essere partita per il Messico diversi mesi fa, quando ho incrociato le parole di Pino Cacucci e me ne sono lasciata catturare. Il viaggio continua e si arricchisce di altre percezioni sensoriali, in attesa di mettere un giorno piede in quella terra piena d'incanti e allo stesso tempo aspra, selvaggia, combattiva. </div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj42zceeofvaSfcDsMqkRkXZihRysRzpAZoKsZkNjUFmPOXNfbgic7AbbI9Gy7oErJKHBPz1m6SmhTZZP-Hq2mruqexYYM6JI0LzDGDKGEZiROiJrUWM-Y7Ljoib2zFG36oqSyvcoMEKBml/s1600/Guacamole.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj42zceeofvaSfcDsMqkRkXZihRysRzpAZoKsZkNjUFmPOXNfbgic7AbbI9Gy7oErJKHBPz1m6SmhTZZP-Hq2mruqexYYM6JI0LzDGDKGEZiROiJrUWM-Y7Ljoib2zFG36oqSyvcoMEKBml/s320/Guacamole.png" width="320" /></a></div>
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<b>Ingredienti: </b></div>
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1 avocado maturo</div>
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1 lime</div>
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1 pomodoro pelato</div>
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1/2 cipolla</div>
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2-3 peperoncini</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
semi di cumino (o cumino in polvere)</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
sale</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Come suggerito poco fa, l'avocado deve essere ben maturo (ma non terribilmente molle!), tanto da potersi scavare con un cucchiaino. Consiglio inoltre di schiacciare preventivamente i semi di cumino in modo da permettergli di rilasciare l'aroma e di amalgamarsi meglio al resto della salsa. Personalmente preferisco sempre utilizzare i semi interi e lavorarli a mio piacimento che adoperare le polveri. In parte per una questione estetica, in parte perché mi piace maneggiare le erbe e le spezie, toccarle e annusarle come fossero appena colte. E poi diciamolo, sono davvero belle, ognuna con la sua forma e le sue piccole imperfezioni.</div>
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<br /></div>
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Per fare le cose fatte davvero bene, vi occorre un mortaio. Accessorio antico e mai fuori moda anche nelle cucine più all'avanguardia. Ovviamente nulla vi vieta di schiacciare l'avocado con una forchetta dentro un recipiente di plastica. Sappiate però che gli Aztechi disapproverebbero, loro utilizzavano il <span class="summary"><i>molcajete </i>(il mortaio, appunto) e credo che i puristi del basilico fatto in casa a colpi di pestello ne sappiano qualcosa. </span></div>
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<br /></div>
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Tagliare a metà l'avocado, estrarre il nocciolo e scavare la polpa con un cucchiaino. Lavorarla nel mortaio fino a ridurla in una purea cremosa. Aggiungere il pomodoro fatto in pezzi, la cipolla tritata, il succo del lime, i semi di cumino schiacciati, il sale e i peperoncini tagliati a coltello. Continuare ad amalgamare e far riposare il composto per una mezzora in frigorifero prima di servirlo. L'accompagnamento ideale ovviamente è dato dalle <i>Tortillas</i>, che vi consiglio di acquistare nella versione <u>non</u> esageratamente salata - tipo patatina fritta. </div>
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<br /></div>
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Non so dirvi se mi sono avvicinata all'orginale, considerando che altre varianti della stessa ricetta prevedono l'aggiunta di aglio e coriandolo fresco. Inoltre non ho mai assaggiato un Guacamole messicano e quindi devo affidarmi esclusivamente al mio palato: sapore fresco, pungente, dolce. Sicuramente insolito. Ma una <i>tortilla </i>tira l'altra ed è finito tutto. </div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyu3GqFjbhfz4HuqCBtvEn6r6w2bzq2plEn3xcj0CHSyfLfC5r_0vw7txWDOKU7S7qDpDV26Nodtkux7-YoWYLxV29pX3VkwrVC0ySVRNzQKq4giiXx0P6kChJCD5lzXKsBWAP77MLnHXU/s1600/Guacamole4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyu3GqFjbhfz4HuqCBtvEn6r6w2bzq2plEn3xcj0CHSyfLfC5r_0vw7txWDOKU7S7qDpDV26Nodtkux7-YoWYLxV29pX3VkwrVC0ySVRNzQKq4giiXx0P6kChJCD5lzXKsBWAP77MLnHXU/s400/Guacamole4.png" width="400" /></a></div>
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Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-20277232835880995582012-10-14T14:13:00.004+02:002012-12-30T13:13:23.605+01:00Salame di cioccolata con arancia e pistacchi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5cpoIcUGO3uhvAp-dJQefsohIuQx5L_1UR6ReSfldX85c3LtGZBKTBBtvah8XOYTO2uuldQtLczJTPiCnaLOPharQZjeQWJd7TxZEFZkytHXlqkpGYVeUsvUVCIscLe_jykXG48Q4bVIm/s1600/salame+cioccolata.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5cpoIcUGO3uhvAp-dJQefsohIuQx5L_1UR6ReSfldX85c3LtGZBKTBBtvah8XOYTO2uuldQtLczJTPiCnaLOPharQZjeQWJd7TxZEFZkytHXlqkpGYVeUsvUVCIscLe_jykXG48Q4bVIm/s400/salame+cioccolata.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni promessa è debito. Anche se in ritardo. Anzi, proprio perché così in ritardo ho voluto farmi perdonare con questo <i>tronchetto della felicità</i>. Perché posso assicurare che vi renderà felici. Considerate che non ho avuto neanche il tempo di mettere in posa il dolce per una foto decente, in quanto è stato spazzolato nel giro di pochi minuti. Quindi dovrete accontentarvi di questo scatto obliquo e mezzo tranciato (be', almeno si vede l'interno!) che spero stimoli lo stesso le vostre papille gustative.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Ma prima di raccontarvi la ricetta, mi piacerebbe che faceste un salto <a href="http://figliodelcammino.blogspot.it/2012/10/aji-di-pollo.html?showComment=1350213813134#c8007219645264570716"><b>qui</b></a>, a leggervi la pagina di Kochab e del suo piatto peruviano, per la nostra rubrica di <a href="http://cisnedefieltro.blogspot.it/p/ricette-dal-mondo.html"><b>Ricette dal mondo</b></a>. Lui ha davvero iniziato alla grande!! Per fortuna tra di noi c'è qualcuno che prende le cose seriamente. Se volete farvi un viaggietto in terra peruviana tra cibi, storia, musica e immagini, vi consiglio di prendervi dieci minuti del vostro tempo per leggere le sue parole. In attesa delle altre che spero saranno numerose e arriveranno presto. </div>
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<br /></div>
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E ora veniamo a noi. Ho preso la ricetta dal blog di <a href="http://iocomesono-pippi.blogspot.it/2012/01/salame-di-cioccolato-arancia-e.html"><b>Pippi</b></a> ed è "tutta colpa sua" se a volte mi lascio andare a questa prelibatezza. L'importante è farlo senza rimorsi, perché le cose belle non se lo meritano.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti:</b></div>
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<div style="text-align: justify;">
100 gr di biscotti secchi (io Oro Saiwa, che sono adattissimi)</div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr di nocciole sgusciate<br />
100 gr di pistacchi sgusciati </div>
<div style="text-align: justify;">
1 manciata di uva passa</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 bicchierino di rum</div>
<div style="text-align: justify;">
150 gr di burro</div>
<div style="text-align: justify;">
1 uovo</div>
<div style="text-align: justify;">
2 tuorli</div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr di cacao amaro in polvere</div>
<div style="text-align: justify;">
150 gr di zucchero a velo</div>
<div style="text-align: justify;">
1 arancia</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I miei ingredienti differiscono di poco da quelli di Pippi: ho usato un po' meno biscotti e al posto del liquore all'arancia - che non avevo - ho unito del prosaicissimo rum che con il cioccolato sposa benissimo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di tutto mettere in ammollo l'uvetta nel rum e tenere da parte. Intanto lavorare a mano (con una spatola) il burro ammorbidito e lo zucchero a velo fino a ottenere un composto molto morbido e soffice. Aggiungere il cacao setacciato e le uova (una per volta amalgamando bene). Incorporare l'uvetta con parte del rum - a seconda del grado alcolico che volete dare al dolce - la buccia dell'arancia e le nocciole pestate grossolanamente. Unire infine i biscotti sbriciolati e mescolare con cura. A parte riducete i pistacchi a granella aiutandovi con il mixer. Attenzione a non polverizzarli del tutto, servono per il rivestimento esterno. </div>
<div style="text-align: justify;">
A questo punto seguire il saggio consiglio di Pippi, ovvero imburratevi le mani e lavorate il composto adagiandolo sopra un foglio di carta da forno. Dategli la tipica a forma a salame aiutandovi anche con la carta. Infine il tocco di classe: distribuite la granella di pistacchio su tutta la superficie del dolce, facendolo rotolare e pressandola leggermente con le mani. </div>
<div style="text-align: justify;">
Avvolgete il salame nella carta argentata e lasciate riposare in frigo per qualche ora. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tagliate a fette al momento di servire.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io vi consiglio di leccarvi le mani prima di lavarle e di accompagnare questa operazione top secret da un goccetto di rum. Da sturbo.</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-88447134905933817172012-10-13T13:52:00.001+02:002012-10-13T19:51:09.985+02:00Risotto allo zafferano con gamberi e latte di cocco<div style="text-align: justify;">
Non so da dove iniziare, facciamo dal mezzo. Ho ricevuto un premio inaspettato e per questo accolto maggiormente con piacere. Non sono una <i>aficionada</i> di catene che fanno il giro dei blog, ma apprezzo molto il piccolo attestato di stima contenuto nel voler conferire un premio simbolico a qualcuno. Diciamo quindi che sono una <i>aficionada </i>dei simboli, che mi piace di più. In fondo, anche la scrittura è stata simbolica per molto tempo e molto prima che inventassimo la sottile efficacia dell'alfabeto. Ma ecco che inizio a divagare. C'è un modo più bello per dire grazie a qualcuno se non dicendogli grazie? <b><a href="http://www.blogger.com/profile/03578615826916644379">Irene Spagnuolo</a></b>, se continuassi la catena del premio, sicuramente saresti - accanto alla mia cara amichetta <b><a href="http://pizzafichiezighini.blogspot.it/">Luna</a></b> - una delle premiate. E non per gentilezza, non per ricambiare qualcosa. Ma perché - come ho scritto anche tra le tue pagine - mi piace la voglia di comunicare ed esprimerti che traspare dai tuoi blog, numerosi e ricchi dei tuoi interessi. Quindi beccati 'sto Dardos per la seconda volta!</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1KtXx0rScaCD1_renU0ZZ0Y1ec_gl-PePyvzKkU1BodZ5a9Zq4SFiYDw3Yl44ERON4v8l2z5C6K5GSSvlxuDPMblZ__n7a3AVw87i44OWkNGP76hT87TMOnjZjrJXO2J7_4KwMla0csey/s1600/premio-dardos.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1KtXx0rScaCD1_renU0ZZ0Y1ec_gl-PePyvzKkU1BodZ5a9Zq4SFiYDw3Yl44ERON4v8l2z5C6K5GSSvlxuDPMblZ__n7a3AVw87i44OWkNGP76hT87TMOnjZjrJXO2J7_4KwMla0csey/s1600/premio-dardos.jpg" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E ora veniamo a noi. E a quella famosa promessa di una fetta di dolce. Qualcosa forse vi dice che per oggi niente dolcezze. Però ho comunque una piccola novità. Insieme a <b><a href="http://figliodelcammino.blogspot.it/">un altro blog ancora tutto da scrivere</a></b>, si è deciso di dare spazio e voce a una passione comune: quella delle ricette dal mondo. Da questa rubrica dedicata settimanalmente a un piatto testato nelle nostre cucine e condiviso con voi, mi piacerebbe che un giorno nascesse un bel contest. Per il momento è solo tanta voglia di assaggiare e scoprire, fare incetta di spezie, annusare, riconoscere e conoscere nuovamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La mia ricetta di oggi apre questo spazio in cui spero verrete a trovarci spesso, lasciando i vostri consigli e le vostre esperienze di cuoche curiose. Luna, ti aspetto.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5QVhuisjHA-V__x-NTcEqh4n61mJgNOjNCyN7rCa54BDtopYC9DNmV77BVFiT3APewvNjQlMOngqHYcijrUB4x4onVY7Dj_ZvDjBxkEzxVGEePY894OmTAVfsVsWMdNzN2g0XedzMoREv/s1600/risotto+zafferano,+gamberi+e+latte+cocco.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5QVhuisjHA-V__x-NTcEqh4n61mJgNOjNCyN7rCa54BDtopYC9DNmV77BVFiT3APewvNjQlMOngqHYcijrUB4x4onVY7Dj_ZvDjBxkEzxVGEePY894OmTAVfsVsWMdNzN2g0XedzMoREv/s320/risotto+zafferano,+gamberi+e+latte+cocco.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Premetto che non è una ricetta propriamente di una parte di mondo. Ho voluto iniziare con una eccezione, ovvero mescolando un po' i paesi e i sapori. <br />
Mi sembrava un buon modo per cominciare, in fondo.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Partendo quindi dallo zafferano nostrano, mi sono avventurata verso sapori meno consueti. Ho preso la ricetta da una rivista di una qualche sala d'attesa (incroci della vita) e ho aspettato il momento giusto per cucinarla.</div>
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</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti per due persone:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
200 gr di riso basmati</div>
<div style="text-align: justify;">
10 gamberoni freschi</div>
<div style="text-align: justify;">
1 lattina di latte di cocco</div>
<div style="text-align: justify;">
1 bustina di zafferano in polvere</div>
<div style="text-align: justify;">
2 spicchi d'aglio </div>
<div style="text-align: justify;">
vino bianco </div>
<div style="text-align: justify;">
olio</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>per il brodo:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
teste di gambero</div>
<div style="text-align: justify;">
2 rametti di timo</div>
<div style="text-align: justify;">
2 rametti di maggiorana</div>
<div style="text-align: justify;">
1 foglia di alloro</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 cipolla</div>
<div style="text-align: justify;">
1 carota</div>
<div style="text-align: justify;">
zenzero fresco</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per prima cosa preparare il brodo. Io ho utilizzato solo 5 delle dieci teste di gambero, perché il brodo non era molto e non volevo risultasse troppo forte. Contrariamente alle mie aspettative è risultato piuttosto delicato nell'insieme.<br />
Unire tutti gli ingredienti in una pentola, aggiungere l'acqua e portare a bollore. Cuocere e far riposare per un po' prima di filtrare. Personalmente non aggiungo mai il sale nel brodo, preferisco salare a fine cottura i miei piatti. Dopo averlo filtrato, far sciogliere lo zafferano in una tazzina con una o due cucchiaiate di brodo tiepido. Tenere da parte. </div>
<div style="text-align: justify;">
In un padellino far rosolare gli spicchi d'aglio, aggiungere il riso e far mantecare con il vino. Aggiungere in seguito e gradualmente il brodo. Circa a metà cottura, integrare lo zafferano e mescolare con cura. Unire i gamberi (puliti e sbucciati) e una buona mestolata di latte di cocco. Apro una parentesi. Consiglio di abbondare con questo ultimo ingrediente che dovrebbe in fondo fare la differenza. Quindi, prima della fine della cottura (fate attenzione perché il basmati non è come l'arborio da risotti, cuoce prima) aggiungetene senza timore una seconda mestolata. Fate assorbire il liquido fino a renderlo cremoso. Impiattare e mangiare caldo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Confesso che - forse per non essere stata troppo generosa con il latte di cocco - il sapore è risultato molto delicato nonostante la mescolanza di sapori. Un felice restrogusto insolito, ma troppo impercettibile per essere degnamente ricordato. Quindi non ancora un vero e proprio viaggio, diciamo che è stato come uscire di casa e aprire il cancello!! Be', da qualche parte si deve pur cominciare, giusto?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Aspettatevi invece grandi cose dalla ricetta di Kochab, lui è partito in quarta come si dovrebbe...senza prendere la rincorsa. </div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-29278962581434386262012-10-03T17:53:00.001+02:002012-10-03T17:55:05.348+02:00"E' la sensazione della corda di un arco che è rimasta tesa per anni, e all'improvviso scatta"<!--[if gte mso 10]>
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<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Da quanto non scrivo nel blog? Da tanto, troppo tempo. Ho
avuto una (in)sana voglia di essere nel mondo, vivermelo senza il filtro di uno
schermo. Ogni volta che mi sono ritrovata sull’orlo di questa tastiera, mi sono
detta “per oggi no”. Pensieri e discussioni in merito a letture, eventi,
atteggiamenti. Una matassa bella intricata che mi fa sentire un piccolo vulcano
in eruzione, pronto a spararmi nel cielo in fiammeggianti rocce di fuoco.
Poetica a parte, la notte non riesco a dormire. C’ho troppo da pensa’, per
dirlo alla romana. Troppo che mi si smuove dentro, tante novità, tra cui un
lavoro iniziato i primi di settembre e partito alla grande, catapultandomi nel
regno delle possibilità. Sono nuova e vecchia al tempo stesso, in fase di perenne
cambiamento e maturazione. Mi piace. Leggo molto, sempre, bevo pagine e storie
perché mi raccontino chi sono e cosa c’è intorno a me. E perché mi piace
innamorarmi, sempre, delle cose che non so. Innamorarmi per poi – come in tutti
i grandi amori – litigare e discutere, oppormi, fare la pace e mai, mai lasciar
andar via nulla. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Io voglio il mondo. E
lo voglio adesso!” </i>diceva Jim Morrison. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In tutto questo posso parlare di cucina? Mettermi a
discutere di dosi e tempi di cottura? Non so, non ci riesco. Lo vorrei molto,
ma non ci riesco. Ho cucinato tanto sebbene con un po’ di noia. Insomma, stare
inchiodata ai fornelli in giornate che sparano sole nel cielo o pioggia da
bere, è uno spreco. Spreco per l’anima mia che ha voglia di correre ancora. Di
nuovo. E di scrivere parole senza direzione ma piene di sorrisi. Quei cazzo di
sorrisi indigesti per qualcuno e che allora per me diventano risate
cristalline, trasparenti, de core. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Oggi sto così. Domani offro a tutti una fetta di dolce.
Promesso.</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-79844142579669209802012-09-18T16:48:00.001+02:002012-09-19T07:41:45.447+02:00Polipetti al sugo, ovvero Purpetielli affogati di Mimmo Corcione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm3tZXpnZwghjrhwxSCZBPAsvDjaOy7JfQkESxIlfE71vGxoD2PaNoIWIku0sZ3YRdFxFbbLAzJXeXiuxeRwHqfmnHEWvXFe4g3XnvgtKH05ehImzj7usVF03h-La6Xue87t4JyRHht859/s1600/moscardini+al+sugo.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm3tZXpnZwghjrhwxSCZBPAsvDjaOy7JfQkESxIlfE71vGxoD2PaNoIWIku0sZ3YRdFxFbbLAzJXeXiuxeRwHqfmnHEWvXFe4g3XnvgtKH05ehImzj7usVF03h-La6Xue87t4JyRHht859/s400/moscardini+al+sugo.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Conoscete per caso un certo <a href="http://www.youtube.com/watch?v=c58jZAgEPJs">Mimmo Corcione</a>? Ebbene, se amate la buona cucina secondo me dovreste. Io l'ho scoperto per caso in cerca di video ricette e ormai sono un'appassionata del suo canale. Il signor Corcione possiede quell'amore viscerale per la cucina che è quasi contagioso. E così, mentre lui armeggia tra i fornelli, si riesce persino a rubare il profumo del suo basilico fresco o di una caciotta affumicata che fa capolino dal tavolo della sua cucina. Ma quello che amo di più è la semplicità e genuinità dei suoi piatti, raccontati con tanta schiettezza e - in fuori onda - mangiati avidamente!!! Un po' di tempo fa mi sono quindi decisa a realizzare una delle sue tante ricette, ma la lista di quelle che vorrei provare si allunga ogni giorno di più. Con questo cavallo di battaglia partecipo al contest di Max - <a href="http://max-blogdimax.blogspot.it/2012/09/il-coccio-e-le-focaccine.html"><b>Un coccio al mese per 12 mesi</b> </a>- per il mese di settembre. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikGXHPSHfQhX8oACJoorkXl5LQgbzFP_er-hxLnASNILQ3nNHIXPwpNxuEvelxyM9mNdJQyYS79ddxRyGYDCerihTYMFfQ-lm4oBDc4ej_0n90ZYyAa-wPoUmhJVlZCLPl-NT3K06Dx31E/s1600/cocc12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikGXHPSHfQhX8oACJoorkXl5LQgbzFP_er-hxLnASNILQ3nNHIXPwpNxuEvelxyM9mNdJQyYS79ddxRyGYDCerihTYMFfQ-lm4oBDc4ej_0n90ZYyAa-wPoUmhJVlZCLPl-NT3K06Dx31E/s400/cocc12.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
400 gr di polipetti</div>
<div style="text-align: justify;">
300 gr di pomodori san marzano</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
1 spicchio d'aglio</div>
<div style="text-align: justify;">
1 peperoncino</div>
<div style="text-align: justify;">
prezzemolo fresco</div>
<div style="text-align: justify;">
olio</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho seguito alla lettera le indicazioni di Mimmo, che vi ripropongo il più fedelmente possibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
In un pentolino far soffriggere l'aglio e il peperoncino con circa due cucchiai di olio. Quando l'aglio si è dorato, aggiungere i polipetti. Non so dirlo in napoletano, ma pare che il polpo debba cuocere dentro il suo brodo, quindi non aggiungere assolutamente alcun liquido. Quando inizierà a cambiare colore, ambrandosi, coprite il recipiente con un coperchio. Intanto prendete il vostro bel ciuffo di prezzemolo e tagliate i gambi, sminuzzateli e aggiungeteli al polpo. Successivamente, quando il polpo avrà rilasciato parte del suo liquido di cottura, aggiungere i pomodori, mescolare, coprire e abbassare la fiamma. Quando anche il pomodoro avrà rilasciato il suo liquido, salare con parsimonia. A questo punto chiudere nuovamente e cuocere per circa 35-40 minuti. I pomodori si saranno totalmente disfatti e il sugo avrà assunto un colore scuro e sarà sicuramente profumatissimo! A fine cottura aggiungere le foglie di prezzemolo tritate e portate in tavola. Buonissimi!</div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-41103000173875311492012-09-16T12:36:00.000+02:002012-09-16T13:17:01.478+02:00Vellutata di piselli e patate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipbHGRcZtrB89uYVz4w_xqNoA9uayv6i_4FhhysfZZPLO4CmY6cUuAvptAvC0o7TkTVlR3CUyScNG9e1CoPTVXKuctxunmkyGGud-j48LMShtvL7IxZr5agSp_ADZtLL8BLjWHZX96wxqX/s1600/vellutata+di+piselli+e+patate.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipbHGRcZtrB89uYVz4w_xqNoA9uayv6i_4FhhysfZZPLO4CmY6cUuAvptAvC0o7TkTVlR3CUyScNG9e1CoPTVXKuctxunmkyGGud-j48LMShtvL7IxZr5agSp_ADZtLL8BLjWHZX96wxqX/s320/vellutata+di+piselli+e+patate.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il brutto tempo di questi giorni per me è come un richiamo. Annuso l'aria come un cane e aspetto che un soffio di vento mi scompigli i capelli. Voglia di castagne, zuppe, biscotti e tè alla cannella. Come "antipasto" a quelle che sono le vere pietanze invernali, qualche giorno fa non ho resistito a cucinarmi una vellutata di piselli, buona e delicata e profumata con quella spezia di cui non riesco più a fare a meno: la noce moscata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti per due persone:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2 patate</div>
<div style="text-align: justify;">
piselli </div>
<div style="text-align: justify;">
1 costa di sedano</div>
<div style="text-align: justify;">
1 carota</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 cipolla</div>
<div style="text-align: justify;">
noce moscata</div>
<div style="text-align: justify;">
vino bianco </div>
<div style="text-align: justify;">
pane casareccio</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
olio</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sulla quantità di piselli sono andata a occhio come al mio solito. Come prima cosa tritare sedano, carota e cipolla e far soffriggere in padella con un filo d'olio. Intanto ridurre a cubetti non troppo piccoli le patate. Unirle al soffritto insieme ai piselli, bagnare con mezzo bicchiere di vino bianco e far rosolore. Quando il vino sarà evaporato, aggiungere del brodo vegetale o dell'acqua e portare a cottura. A questo punto - con un frullatore a immersione - frullare la minestra avendo cura di lasciare qualche patata intera. Sarà che a me piace sempre e comunque avere qualcosa sotto i denti da masticare... Infine grattare la noce moscata (io ho abbondato, mi piace tantissimo!), tagliare e privare della crosta due fette di pane casareccio, tostarlo nel forno o in padella, farlo a cubetti e servire insieme alla vellutata tiepida. Una vera coccola!<b> </b></div>
Betelgeusehttp://www.blogger.com/profile/00272268232707491164noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5493066816084939262.post-8921970703108726132012-09-12T19:02:00.000+02:002012-09-12T19:05:50.758+02:00Burger di fagioli con carote olio e limone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCEi-Dnd2oYTpTOVtKWoljHM5sUhT-8a6gn5mNZKb7_A5Hbp49OJg_iIzEkrc5JKH4HlUbRRyhwYI02G4TFFZfRHiclEb63RaGu0KjA-y1aIMoQUnNx3mI77kwYGzlwgKvauICFDIMCVBF/s1600/burger+di+fagioli+con+carote+olio+e+limone.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCEi-Dnd2oYTpTOVtKWoljHM5sUhT-8a6gn5mNZKb7_A5Hbp49OJg_iIzEkrc5JKH4HlUbRRyhwYI02G4TFFZfRHiclEb63RaGu0KjA-y1aIMoQUnNx3mI77kwYGzlwgKvauICFDIMCVBF/s400/burger+di+fagioli+con+carote+olio+e+limone.png" width="297" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo le polpette di melanzane non potevano che esserci quelle di fagioli. I burger in fondo non sono altro che polpette un po' più grandi e schiacciate e per restare fedele al principio dell'<i>all vegetable </i>di questi ultimi tempi, le ho realizzate con i fagioli e le accompagnate da un contorno semplice ma azzeccatissimo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho latitato per un po' in queste ultime settimane, presa da alterne passioni e letture prese in prestito dalla biblioteca - che hanno richiesto tutta la mia attenzione. Il viaggio verso Sud continua e si avvalora di nuovi paesaggi, ricordi, parole e sensazioni. Mi sembra di aver trovato finalmente la mia casa, la mia terra e allo stesso tempo il luogo in cui concedermi a quel senso misterioso d'avventura e scoperta. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si, il viaggio senza dubbio continua...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ingredienti per 4 burger:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
200 gr di fagioli borlotti</div>
<div style="text-align: justify;">
40 gr di farina di riso</div>
<div style="text-align: justify;">
3 uova</div>
<div style="text-align: justify;">
40 gr di pangrattato</div>
<div style="text-align: justify;">
40 gr di parmigiano grattugiato </div>
<div style="text-align: justify;">
curry in polvere</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
olio</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
aglio </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>per il contorno:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4-5 carote</div>
<div style="text-align: justify;">
1/2 limone</div>
<div style="text-align: justify;">
sale</div>
<div style="text-align: justify;">
olio</div>
<div style="text-align: justify;">
pepe </div>
<div style="text-align: justify;">
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Se non avete acquistato come me i fagioli già pronti (si...questa volta mi sono concessa un lusso!), lessateli e passateli fino a ridurli in purè. Raccogliere il purè in una terrina e amalgamate tutti gli altri ingredienti con sole 2 uova (una servirà per la spennellatura finale). Se vi piacciono i sapori speziati abbondate con il curry, io ne ho utilizzato in quantità moderata. A questo punto formare con le mani delle polpette e schiacciarle con i palmi. Passare l'uovo sbattuto con un pennellino su entrambi i lati e passarli infine nel pangrattato per la panatura finale. Se l'impasto dovesse risultare troppo morbido al momento di manipolarlo, aggiungete dell'altra farina o dell'altro pangrattato. </div>
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In una padella soffriggere un po' d'olio con un spicchio d'aglio e cuocere a fuoco vivace le polpette, rosolandole bene da entrambe le parti.</div>
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Il contorno è molto semplice ma la croccantezza della carota e l'acidulo del limone si sposano benissimo con i fagioli. Quindi lo consiglio, oltre al fatto che non capita spesso di mangiare carote crude e in questo modo sono anche sfiziose!</div>
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Pelare le carote con uno sbucciapatate o apposito attrezzo e ricavare tante "fettuccine". Salare, pepare e aggiungere il succo del limone e l'olio. Far riposare per un mezzoretta per insaporire.</div>
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